LO STUDIO

Lavoro digitale: più pesanti le buste paga nella Cybersecurity

Ricerca Modis-JobPricing: i professionisti più pagati sono quelli della sicurezza informatica, soprattutto nelle grandi aziende. E l’esperienza premia più del titolo di studio

Pubblicato il 15 Gen 2018

A. S.

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Nelle grandi aziende le competenze di information & communication technology più apprezzate, e quindi meglio retribuite, sono quelle della cybersecurity. E’ quanto emerge dalla Guida alle retribuzioni dei professionisti nell’ambito Ict realizzata da Modis, società del gruppo Adecco che offre servizi di ricerca e selezione di profili specializzati nell’Ict, in collaborazione con JobPricing. Lo studio prende in considerazione i feedback arrivati da un campione di 300mila tra lavoratori e aziende. Sei le competenze principali analizzate dalla ricerca: linguaggi web server & client side, Rdbms (relational database management system), O.S., Big Data, Cybersecurity e Cloud.

Al primo posto si è classificata la sicurezza informatica, “che garantisce, in determinate condizioni – emerge dallo studio – un incremento dello stipendio di 45 mila euro lordi. Il range retributivo, la distanza cioè tra valore minimo e massimo, consente di apprezzare il valore dell’investimento in ogni singola competenza. Tanto la forbice è ampia, tanto più è forte la differenza retributiva fra i ruoli che possiedono quella competenza e quelli in cui non è presente o comunque poco diffusa”.

Dal confronto tra ciò che accade nelle Pmi e nelle grandi aziende lo studio sottolinea che con la competenza in cybersecurity si riesce a ottenere una retribuzione più alta del 48,2% tra piccola e grande azienda, mentre la competenza Rdbms determina una differenza del +40%. Questo anche perché, in generale, è molto più sfumato il concetto della prevalenza di una competenza sull’altra.

A fare la differenza nelle retribuzioni è in misura maggiore l’anzianità nel ruolo organizzativo, a prescindere dalle skill specifiche. Questione che entra invece in campo se si considera il fatto che l’incremento retributivo scatta prima – dopo due anni – nel campo della cybersecurity e dell’Rbdsm, mentre negli anni settori vengono premiati i lavoratori con più di 5 anni di seniority.

Quanto ai titoli di studio, sono in generale meno premiati dell’esperienza: “La laurea non determina differenze retributive rilevanti – si legge nello studio – ma impatta in maniera significativa sulla carriera lavorativa: conseguire una laurea quinquennale o un master aumenta infatti la probabilità di diventare dirigenti o quadri”. L’esperienza e l’età, invece, pesano di più sugli stipendi degli impiegati: quello con più di 5 anni di esperienza arriva a percepire il 65,5% in più rispetto a un collega con meno di 2 anni (15,2% se si tratta di Quadri, 28,8% se si tratta di dirigenti), mentre un impiegato ultra sessantacinquenne arriva a percepire il 48,6% in più in busta paga rispetto a un collega tra i 25 e i 34 anni (21,2 % se si tratta di Quadri, 32,6% per i dirigenti).

C’è anche il tema delle differenze di genere, soprattutto tra i dirigenti, dove gli uomini arrivano a guadagnare il 13,4% in più delle donne.

Ma i lavoratori dell’Ict sono soddisfatti del loro trattamento economico? La salary satisfaction nel settore, secondo i dati dello studio, sono in linea con il dato medio nazionale, dove l’elemento di maggiore criticità è rappresentato dalla meritocrazia e dal rapporto tra performance e retribuzione. In ogni caso la soddisfazione espressa dai dirigenti Ict è superiore rispetto a quella degli Impiegati, tra i quali è più diffusa l’insoddisfazione.

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