I DATI UNIONCAMERE-ANPAL

Lavoro, in Italia introvabili gli esperti Ict: oltre 500mila posizioni vacanti

A ottobre il mismatch sale al 47,8%. I laureati in informatica i più richiesti ma mancano all’appello anche figure tecniche in particolare nel mondo delle telecomunicazioni. Il solo comparto della meccatronica a caccia di 34mila nuovi lavoratori al mese

Pubblicato il 14 Ott 2021

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Resta elevato il mismatch tra domanda e offerta di lavoro nelle imprese dei servizi informatici e delle comunicazioni (47,8%), che faticano a reperire specialisti in scienze matematiche, informatiche (61,7%) e tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni (54,3%). Conseguenza: vita dura per le aree aziendali dei sistemi informativi (57,6%), progettazione e ricerca (51,0%), installazione e manutenzione (52,3%). Per quanto riguarda i titoli di studio, risultano “introvabili” i laureati in ingegneria industriale, e quelli in elettronica e dell’informazione (58,0% e 52,8% rispettivamente le difficoltà segnalate), i candidati con una istruzione tecnica superiore (più di un diplomato ITS su due, 52,6%, non si trova sul mercato) o con una formazione tecnica professionale (49,4%). In compenso, le opportunità ci sono: le maggiori chance di lavoro in ambito industriale, ad esempio, sono offerte dalle industrie della meccatronica, che ricercano 34mila lavoratori nel mese.

Sono alcune delle evidenze che emergono dal bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, secondo cui sono circa 505mila i lavoratori ricercati dalle imprese per il mese di ottobre, 114mila in più (+29,1%) rispetto allo stesso periodo del 2019, -21mila (-4,1%) rispetto a settembre 2021. Tra ottobre e dicembre le imprese hanno in programma di attivare 1,4 milioni di contratti (+28,8% rispetto all’analogo trimestre 2019).

Domanda di lavoro in crescita, ma mancano competenze

La domanda di lavoro è in crescita nell’industria come nei servizi, sebbene con differenti gradazioni; più caute le attese per turismo e ristorazione dopo il notevole recupero dei mesi estivi (-13,2% rispetto ad ottobre 2019), mentre maggiore fiducia emerge dalla filiera della cultura e dell’intrattenimento e, in genere, dei servizi alle persone (+19,6%) anche grazie alle recenti riaperture. Una dinamicità del mercato, in linea con l’attuale congiuntura economica, che però – come già evidenziato – presenta un sempre più elevato mismatch (36%) tra domanda e offerta di lavoro, sia per le professioni ad elevata specializzazione che per gli operai qualificati. Secondo Excelsior il fenomeno è riferito soprattutto a problematiche demografiche e di inefficiente orientamento professionale (la mancanza di candidati per determinati profili e con specifiche esperienze di lavoro).

La domanda di lavoro dell’industria prevede 183mila entrate per il mese di ottobre che salgono a 452mila nel trimestre ottobre-dicembre. Nonostante le tensioni sul mercato dell’energia e delle materie prime, prosegue la ripresa occupazionale del manifatturiero con 131mila entrate nel mese e 326mila fino alla fine dell’anno. Le maggiori opportunità di lavoro sono offerte dalle industrie della meccatronica che ricercano 34mila lavoratori nel mese e 93mila nel trimestre, seguite dalle industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo (27mila nel mese e 68mila nel trimestre) e da quelle tessili, dell’abbigliamento e calzature (14mila nel mese e 32mila nel trimestre). Elevata anche la richiesta proveniente dal comparto delle costruzioni: 52mila le assunzioni programmate per ottobre e 126mila fino a dicembre.

Sono invece 322mila i contratti di lavoro offerti dal settore dei servizi nel mese in corso e oltre 900mila quelli previsti nel trimestre conclusivo del 2021. Le maggiori opportunità sono disponibili nel comparto del commercio (69mila entrate programmate nel mese e 197mila nel trimestre), seguito da quello dei servizi alle persone (67mila nel mese e 167mila nel trimestre) e dai servizi operativi di supporto alle imprese (52mila nel mese e 139 nel trimestre).

Difficoltà di reperimento nel 36,5% dei casi

Si attesta complessivamente al 36,5% la quota di assunzioni per cui le imprese dichiarano difficoltà di reperimento (+5 punti percentuali rispetto a ottobre 2019), soprattutto a causa della mancanza delle figure professionali ricercate dalle imprese. Complessivamente, il mismatch sale al 51,5% per gli operai specializzati, al 41,8% per le professioni tecniche e al 40,6% per i dirigenti e professioni intellettuali e scientifiche. A segnalare le maggiori difficoltà nel reperire sono le imprese metallurgiche e dei prodotti in metallo (52,9%) difficoltà che sale al 64,1% per il recruitment di fabbri ferrai, costruttori di utensili e assimilati e al 61,9% per i fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori carpenteria. Elevato anche il mismatch segnalato dalle imprese delle costruzioni (48,7%) soprattutto per artigiani e operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (61,5%), e – come detto – dalle imprese dei servizi informatici e delle comunicazioni.

A Milano, Roma e Torino il maggior fabbisogno

Circa il 30% dei contratti è rivolto ai giovani con meno di 29 anni soprattutto per professioni legate alla vendita, ristorazione e cura della persona, ma anche per i tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione, gli specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche e i tecnici amministrativi, finanziari e della gestione della produzione. Elevata anche la difficoltà di reperimento per i giovani che, ad ottobre, si attesta al 38%.
A livello territoriale, Milano, Roma e Torino sono le province in cui si prevede la maggiore richiesta di personale in questo mese di ottobre, mentre Novara, Cuneo e Belluno sono quelle che offrono le maggiori opportunità ai giovani. Le imprese delle regioni del Nord Est confermano ancora una volta le maggiori difficoltà di reperimento (43,9%), seguite da quelle del Nord Ovest (38,0%), Centro (33,2%) e Sud e Isole (30,6%).

A trainare la domanda di lavoro di ottobre si confermano essere i contratti a tempo determinato con 282mila richieste, pari al 52,3% delle entrate programmate (+93mila rispetto ad ottobre 2019), seguiti da quelli a tempo indeterminato con 89mila contratti, pari al 20,7% dei casi (poco distanti, -9mila, da quelli offerti nel mese di ottobre 2019). Sono poi 56mila le richieste di contratti di somministrazione (+19mila su ottobre 2019), 29mila quelle per gli altri contratti non alle dipendenze (+5mila), 23mila per i contratti di apprendistato (+3mila), 5mila per gli altri contratti alle dipendenze e 2mila per quelli di collaborazione.

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