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Salvatore Rossi è il nuovo presidente Tim

Dopo la cooptazione in cda decisa dal Comitato nomine, l’ufficialità arriva dal board. Il passaggio finale in assemblea

Pubblicato il 21 Ott 2019

F. Me

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Salvatore Rossi alla presidenza di Tim. L’ex direttore generale di Bankitalia ha ottenuto il via libera alla cooptazione nel cda da parte del del Comitato nomine; nel board di oggi c’è stata la nomina ufficiale che poi passerà al vaglio dell’assembla degli azionisti.

Rossi succede a Fulvio Conti si era dimesso a fine settembre e la reggenza era stata affidata a Michele Valensise nella sua veste di membro anziano del Consiglio.  Il 16 ottobre Rossi, dopo aver ottenuto garanzie sulla autonomia del proprio ruolo, aveva accettato la proposta di lanciare la sua candidatura che aveva incrociato il favore dei principali azionisti Tim. Elliot e Vivendi, dopo la tregua raggiunta nell’assemblea della scorsa primavera, insieme a Cassa depositi e prestiti hanno fatto convergere sul nome di Rossi le loro indicazioni spianando, di fatto, la strada all’ex dirigente di Via Nazionale.

La presidenza Telecom non è comunque esecutiva, tutte le deleghe sono in capo a Gubitosi.

Conti si era dimesso il 26 settembre da un ruolo che ricopriva dal maggio 2018 considerando esaurito, come si leggeva nella nota che ha accompagnato la sua uscita, “il proprio mandato, alla luce della raggiunta stabilità nel funzionamento del board e di un rinnovato impegno nella creazione di valore sostenibile per tutti gli stakeholder della società”. La decisione del manager era stata accolta con soddisfazione da Vivendi.

Conti era stato eletto nella lista Elliott, ma da qualche mese si parlava di una sua possibile uscita per favorire l’ingresso nel board di Cdp, anche in virtù della trattativa per una eventuale fusione della rete in fibra con Open Fiber, di cui la Cassa è socia al 50%. Proprio la fusione sarà uno dei primi nodi che dovrà affrontare il nuovo presidente. Altro nodo è quello della conversione delle azioni di risparmio, senza la quale non si va avanti. La realizzabilità dell’operazione, che era tra i punti-chiave del manifesto attivista del fondo Usa Elliott, dipende oltre che da questioni tecniche anche dalle mosse -dei francesi che, col loro 23,94%, detengono un sicuro diritto di veto, già esercitato nel recente passato quando il management Telecom – presidente Giuseppe Recchi e ad Marco Patuano – aveva sottoposto la proposta ai soci in assemblea straordinaria.

Chi è Salvatore Rossi

Una vita a Bankitalia e il cuore in Puglia, regione natia mai dimenticata. Senza dimenticare la stima diffusa tra Quirinale e palazzi delle istituzioni, tanto che negli ultimi mesi il suo nome era stato dato tra i papabili come nuovo ministro dell’Economia. Salvatore Rossi riparte invece dal mondo di Tim, con la nomina a presidente decisa dal cda odierno dopo la cooptazione nel board. Barese, classe 1949, laureato in fisica matematica, è stato direttore generale della Banca d’Italia e presidente dell’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni (Ivass) dal 10 maggio 2013 al 9 maggio 2019. L’annuncio delle sue dimissioni da palazzo Koch, arrivato a sorpresa lo scorso marzo, aveva sbloccato l’impasse delle nomine del direttorio di Bankitalia su cui da settimane si registravano tensioni con le due forze di governo, M5s e Lega. La carriera dell’economista pugliese si è tutta svolta all’interno dell’istituto di via Nazionale, dove era stato assunto nel 1976, prima assegnato all’ufficio vigilanza della sede di Milano, poi al servizio studi nel 1979 di cui è stato capo dal 2000 al 2006. In seguito ha assunto l’incarico di direttore centrale per la ricerca economica e le relazioni internazionali dal 2007 al 2011, segretario generale e consigliere del direttorio per i problemi della politica economica nel 2011, vice direttore generale dal gennaio 2012 al maggio 2013. Nel 2013 ha fatto parte del gruppo dei saggi istituito dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Rossi è membro di diversi organismi, come il consiglio di amministrazione della fondazione del centro internazionale di studi monetari e bancari (ICMB) di Ginevra, del consiglio direttivo dell’Einaudi Institute for Economics and Finance (EIEF), dello Iai, del Cda della Fondazione Giovanni Agnelli.

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