POST COVID-19

Lo smart working spariglia le carte: la sfida di Promelit per il new normal

Il salto tecnologico e culturale del Cloud, insieme alla discontinuità provocata dall’emergenza pandemica, sta trasformando la domanda di soluzioni per la comunicazione aziendale. Le tech company devono rimodulare competenze e proposizioni guardando a un futuro che è già iniziato. La parola al Direttore Generale di Promelit Danilo Marchiori

Pubblicato il 19 Lug 2021

smart working

Chi ha cominciato a lavorare nel settore delle comunicazioni aziendali negli anni ’80 ha dovuto affrontare e gestire diversi salti evolutivi dal punto di vista tecnologico. Una parabola che ha portato le soluzioni telefoniche dalle prime centrali elettromeccaniche al Cloud, e che lungo il percorso ha visto molti player perdere terreno, altri venire assorbiti da realtà più strutturate e altri ancora, una minoranza, provare a cogliere ciascuna delle metamorfosi del mercato come un’opportunità per specializzarsi, sviluppare nuove competenze e implementare offerte all’avanguardia. In qualche caso anticipando i trend che di volta in volta hanno attraversato lo scenario.

La smart communication di Promelit nell’era del Cloud

È ciò che è riuscita a fare Promelit, partner italiano di Ericsson-LG che si occupa di smart communications da oltre 35 anni, da quando cioè il termine “smart” era ancora ben lungi dall’essere applicato al mondo delle soluzioni di telefonia professionale. “Cerchiamo di essere in linea con ciò che il futuro tecnologico sembra mettere a disposizione del mercato”, spiega Danilo Marchiori, fondatore dell’azienda: “In passato è capitato che alcuni prodotti si siano rivelati eccessivamente precoci rispetto alle esigenze delle imprese. Ma allo stato attuale ci sentiamo di dire che gli strumenti che abbiamo sviluppato rispondono in modo efficace ed efficiente a ciò che ci richiedono i clienti”.

Marchiori naturalmente si riferisce al Cloud Pbx, cioè il centralino telefonico delocalizzato nella nuvola presso la server farm di Promelit, e alle opportunità offerte dalla tecnologia VoIP (voce su IP) che permette di raggiungere un’utente senza vincoli geografici. Questa evoluzione ha scardinato molti dei processi operativi della stessa Promelit. “Basti pensare al team che si occupa dell’assistenza tecnica in loco. Lo dico in maniera trasparente: da uno stuolo di risorse che avevamo, ci sono rimasti solo due addetti. Ma d’altra parte oggi le aziende vogliono postazioni virtuali, fruibili a prescindere da dove si trovino fisicamente i loro utenti, e con accesso multiplo, garantito cioè attraverso qualsiasi tipo di dispositivo. Il mobile device diventa il mero contenitore di una app che costituisce un derivato del sistema che mettiamo a disposizione dei clienti tramite i nostri server. E, di conseguenza, anche le competenze sul fronte dell’help desk si devono adeguare a questa realtà immateriale, non dobbiamo più dare assistenza a centinaia di piccoli sistemi, ma a una sola apparecchiatura centralizzata. Adesso il nostro compito non è installare schede, bensì elaborare un servizio gestito ed erogarlo nel modo più conveniente per il cliente”. Anche sul piano delle strategie commerciali c’è stato un netto cambiamento, con una rimodulazione dei messaggi da trasmettere al mercato: “Grazie al Cloud, la prestazione di una piattaforma vale più del suo possesso, e il passaggio dalla logica Capex a quella Opex rappresenta un vantaggio tangibile per qualsiasi organizzazione”, evidenzia Marchiori. La scelta Opex trae forza da questo modello di erogazione as a service, che semplifica notevolmente processi, fornitura di servizi, sicurezza.

La prospettiva per il new normal

Un discorso che è valso per la stessa Promelit, che non si è fatta cogliere di sorpresa dall’esplosione dell’emergenza pandemica. “Ci ha aiutato il fatto di esserci preparati per tempo alle metodiche offerte dal Cloud. All’indomani del lockdown, lavoravamo tutti da casa, fatta eccezione per qualche presenza strategica in sede. Se da una parte i clienti non hanno percepito la minima differenza in termini di operatività, il nuovo scenario, con l’accelerazione impressa dalle imprese sui programmi di home working, è stato anzi per noi un boost rispetto ai contratti attivati. Sia sulle soluzioni di comunicazione digitale per l’enterprise, sia su quelle di digital signage per il mondo del retail”.

Rispetto al versante enterprise, ora che siamo entrati nel cosiddetto new normal, oltre all’offerta di Unified communication, Promelit punta sulla realizzazione di servizi che permettano un’automazione funzionale degli uffici in un contesto che sarà sempre più caratterizzato dallo smart working propriamente detto. “Sia per esigenze di sicurezza sanitaria, sia per il modo fluido con cui si continuerà a rapportarsi all’ufficio, soprattutto le aziende strutturate avranno l’esigenza di allocare le postazioni di lavoro e le sale riunioni in sede in tempo reale, e in funzione delle reali esigenze lavorative e sociali dei dipendenti e dei collaboratori”, dice Marchiori. “Abbiamo per questo ideato una piattaforma che consente di prenotare e gestire direttamente via Internet, anche tramite Outlook, ciascun ambiente. A ogni spazio sarà associata un display ecologico realizzato con la tecnologia ESL meglio conosciuta come inchiostro elettronico, che si aggiorna in maniera automatica, programmando le sale riunioni e i desk ora per ora”.

Le condizioni per la crescita dei servizi Cloud

Marchiori è quindi ottimista per l’immediato futuro. Ma ci tiene a sottolineare che la crescita della domanda dei servizi telefonici Cloud based di Promelit dipende anche dal modo in cui si evolveranno l’infrastruttura italiana per l’ultrabroadband e la cultura digitale nell’ambito imprenditoriale. “In molte aree, penso specialmente alle zone lontane dai grandi centri urbani, e in particolare nel Mezzogiorno, la connettività non offre ancora prestazioni sufficienti per sfruttare a pieno regime le tecnologie Cloud. E ci sono comunque capitani d’impresa che continuano a pensare che convenga avere il ferro in casa piuttosto che affidarsi ai servizi gestiti. Tanto è vero che là dove è più forte il digital vendiamo ancora molto hardware”, confessa Marchiori. “Rispetto alla questione infrastrutturale, si potrebbe ovviare parzialmente al problema introducendo tecnologie di compressione. Ma per erogare un audio dalla qualità perfetta, il nostro Cloud utilizza la banda senza comprimere i dati. Il VoIP infatti è disponibile da molti anni, ma non ha potuto affermarsi fino a quando la qualità del servizio non ha raggiunto gli standard minimi richiesti per i clienti di Promelit.” La speranza è quella di rendere questo servizio sempre più facilmente fruibile, in una ridefinizione sempre più efficace delle opportunità comunicative.

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