L’INDAGINE

Smart working, in Italia contraddizioni sulla vision

Secondo i risultati di una survey effettuata da Linkedin l’opinione dei leader rispetto al lavoro da remoto è contrastante: mentre il 71% dei C-level si dice convinto che le conquiste ottenute in pandemia siano destinate a rimanere valide nel tempo, il 60% è preoccupato per una loro probabile riduzione. E il 36% delle aziende fa dietrofront sulle modalità flessibili e ibride

Pubblicato il 10 Nov 2022

smart working

Smart working, in Italia il futuro è incerto. Mentre il 71% dei C-level si dice convinto che le conquiste ottenute in pandemia siano destinate a rimanere valide nel tempo, il 60% è preoccupato per una loro probabile riduzione – con ricadute negative sull’equilibrio tra vita professionale e privata e sulla motivazione dei dipendenti. Emerge dal report di Linkedin effettuato sui dirigenti di alto livello su scala globale secondo cui in Italia il 36% delle aziende ha già programmato una riduzione delle modalità di lavoro flessibili e ibride.

In diminuzione assunzioni e formazione

Non basta: il 34% delle aziende ha già ridimensionato i propri piani per le assunzioni (contro il 29% in Europa) e il 25% le ha completamente bloccate. Inoltre il 27% delle imprese – un dato sopra la media europea di 2 punti – ha già ridotto anche i fondi allocati per la formazione e per la creazione di nuove opportunità professionali per i propri dipendenti.

Un’altra preoccupazione diffusa tra i C-level italiani (60%) riguarda la possibilità che, con la crisi in corso, aumenti ulteriormente il divario di competenze tra i lavoratori, anche per la richiesta di percorsi di formazione specifici: per oltre la metà degli intervistati, sarà ancora più importante possedere un titolo universitario per trovare opportunità professionali.

Le nuove priorità del mondo del lavoro

Emergono da questo quadro nuove priorità: per il 44% dei leader tra le priorità di business è fondamentale essere finanziariamente preparati: il 35% degli intervistati ha infatti dichiarato che nella propria realtà i dipendenti stanno chiedendo supporto finanziario a fronte dell’aumento dei costi di vita e il 46% si dichiara preoccupato per lo stress finanziario a cui sono sottoposti i lavoratori. 

Oltre alle preoccupazioni, c’è una priorità per i dipendenti legata alla loro crescita professionale; per il 29% dei leader si tratta del miglioramento delle competenze e il reskill dei propri dipendenti. Infine, per il 40% dei dirigenti una priorità riflette una delle maggiori preoccupazioni degli italiani in questo momento, ovvero ridurre il consumo energetico aziendale per risparmiare sui costi.

Le competenze fondamentali per i leader

Quali sono le quialità principali richieste da un top manager? Per il 33% degli intervistati la soft skill fondamentale è la capacità di comunicare, seguita dal problem solving, dalla trasparenza e dall’empatia. Di fronte a un percorso pieno di ostacoli, è particolarmente sentito il bisogno di figure con competenze trasversali: una percezione che trova riscontro nel 78% delle offerte di lavoro pubblicate a livello globale su Linkedin negli ultimi tre mesi.

“Il supporto delle aziende è fondamentale in un momento in cui sono sottoposte allo stress e all’incertezza dovuti all’aumento generalizzato dei costi della vita – dice Marcello Albergoni, Country Manager di Linkedin Italia –. Crediamo che il rapporto datore di lavoro- ipendente debba essere di scambio reciproco tale per cui i dipendenti dovrebbero essere resi partecipi del business, incarnando i valori dell’azienda e investendo su se stessi attraverso competenze e una comunicazione trasparente”. A questo scopo Linkedin ha reso disponibili gratuitamente fino al 30 novembre una serie di corsi di formazione (LinkedIn Learning), tra cui un percorso intitolato “How To Future Proof Your Organisation”.

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