LA DECISIONE UE

Copyright, per l’Italia scatta la procedura di infrazione: ritardo sui decreti attuativi

Il nostro Paese tra i primi a recepire la Direttiva europea ma non basta. La proposta del Governo sulle norme correlate è in stallo e non convince l’industria Ict

Pubblicato il 26 Lug 2021

Patrizia Licata

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L’Italia – come altri 22 Paesi dell’Ue è in ritardo sui decreti attuativi della Direttiva europea sul copyright. Per questo la Commissione ha deciso di avviare contro il nostro e gli altri Paesi la procedura di infrazione. Nelle lettere di costituzione in mora Bruxelles chiede di comunicare informazioni sul modo in cui la Direttiva europea sul diritto d’autore nel Mercato unico digitale verrà recepita nelle leggi nazionali. In particolare, il faro è acceso sulla Direttiva 2019/790/Eu e sulla Direttiva 2019/789/Eu, specifica per i programmi televisivi e radiofonici online

Oltre all’Italia la lettera di costituzione in mora è stata inviata a: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Grecia, Spagna, Finlandia, Francia, Croazia, Irlanda, Lituania, Lussemburgo, Lettonia, Polonia, Portogallo, Romania, Svezia, Slovenia e Slovacchia.

Misure di recepimento nulle o parziali

Poiché gli Stati membri elencati non hanno comunicato le misure nazionali di recepimento o lo hanno fatto solo parzialmente, la Commissione ha deciso di avviare procedure di infrazione.

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Il termine per il recepimento di tali direttive nella legislazione nazionale era il 7 giugno 2021. L’Italia e gli altri Stati membri richiamati dispongono ora di due mesi per rispondere alle lettere e adottare le misure necessarie. In assenza di risposta soddisfacente, la Commissione può decidere di emettere pareri motivati.

Il paradosso italiano

Il nostro Paese ad aprile è stato tra i primi in Europa a legiferare sulla direttiva relativa al copyright, salutata come “un giusto equilibrio fra diritti degli utenti, esigenze delle piattaforme e sostegno dell’editoria”da Enzo Amendola, sottosegretario agli Affari europei.  “Grazie al lavoro di Governo e Parlamento, l’Italia è tra i primi Paesi europei a recepire la direttiva Ue sul diritto d’autore – aveva dichiarato allora Dario Franceschini, ministro della Cultura.

Tuttavia il nostro Paese è rimasto al palo sui decreti attuativi. La proposta presentata a giugno dal Ministero della Cultura (Mic) ha messo in allarme l’industria Ict: in occasione del ciclo di audizioni promosso dal Mic insieme al Dipartimento per l’editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Confindustria Digitale, Anitec-Assinform e Asstel hanno evidenziato come la proposta di decreto legislativo di recepimento della Direttiva europea sul copyright (Eu 2019/790) contenga “aspetti di grande criticità che appaiono in contrasto ai principi della Direttiva stessa”. Secondo le associazioni il testo disattende le L​inee Guida pubblicate dalla Commissione europea, che mirano ad armonizzare a livello europeo le normative nazionali sul diritto d’autore, nell’ottica di realizzare il mercato unico digitale.

“Non è condivisibile l’approccio a cui sembra ispirarsi il testo ministeriale, che non vede nell’adozione di soluzioni contrattuali equilibrate, frutto di liberi accordi fra le parti, la strada maestra per il rafforzamento del diritto d’autore senza pregiudicare”, si legge in una nota.

Il diritto d’autore nell’era digitale

La Direttiva 2019/790/Eu, quella sul diritto d’autore e i diritti connessi nel mercato unico digitale, e la Direttiva 2019/789/Eu, che stabilisce norme relative all’esercizio del diritto d’autore e dei diritti connessi applicabili ad alcune trasmissioni online degli organismi di diffusione radio-tv e ritrasmissioni di programmi tv e radio – si pongono l’obiettivo di modernizzare le norme dell’Ue sul diritto d’autore e di consentire a consumatori e creatori di sfruttare al meglio il mondo digitale. Sono intese a rafforzare la posizione delle industrie creative, consentire un maggiore utilizzo del digitale nella società e facilitare la distribuzione di programmi radiofonici e televisivi in tutta l’Unione europea.

Fra i temi più rilevanti disciplinati nel disegno di legge c’è la direttiva sul diritto d’autore e sui diritti connessi nel mercato unico digitale, attesa da tempo dagli operatori del settore giornalistico, dello spettacolo e della cultura, che lamentava da tempo il fatto chele grandi piattaforme web non pagassero alcun diritto per lo sfruttamento delle loro opere.

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