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Diritti TV Serie A, Mediapro esce di scena. Torna in campo Sky

La Lega giudica insufficienti le garanzie presentate dal gruppo spagnolo e revoca l’assegnazione per il triennio 2018-2021. A questo punto la soluzione più probabile rimane la trattativa privata, in cui il colosso satellitare è in prima fila per l’en-plein. A meno di sorprese dell’ultimo momento

Pubblicato il 29 Mag 2018

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Si riapre la partita dei diritti tv . La Lega Serie A chiude la porta a Mediapro, ritenendo insufficienti le garanzie presentate dal gruppo spagnolo. I club hanno deciso all’unanimità di rimettere sul mercato i diritti televisivi del massimo campionato e di assegnarli con trattative private.

Il destino del calcio in tv non verrà deciso prima di metà giugno. Lega e Infront contano di completare per quella data l’iter,offrendo pacchetti per prodotto e per piattaforma in modo da attirare più broadcaster possibili. Occorrerà capire se i ricavi resteranno attorno al miliardo di euro promesso dall’inadempiente Mediapro. Gli spagnoli formalmente hanno sette giorni per rimettersi in regola con la fideiussione da 1,2 miliardi di euro e potrebbero voler rientrare in partita, avendo già versato a marzo 64 milioni di euro. Non è detto poi che Sky, con la sua “importante offerta”, sarà l’unico broadcaster interessato: si parla anche di Perform e Tim. Mediaset al momento resta defilata. Prima interverrà comunque la risoluzione del contratto, a cui Lega Serie A e Mediapro lavoreranno nei prossimi sette giorni.

La delibera che ha bloccato lo stallo è arrivata dopo settimane di spaccature. Con il rinnovo della governance, l’assemblea ha chiuso i tre mesi di commissariamento di Giovanni Malagò, numero uno del Coni. Dopo la nomina avvenuta la settimana scorsa di Marco Brunelli ad pro tempore e Maurizio Casasco consigliere indipendente, in consiglio federale sono stati eletti Giuseppe Marotta (14 voti su 20), ad della Juve, e Claudio Lotito (13 voti),  presidente della Lazio. Il primo ha spinto fino all’ultimo insieme alla Roma per chiudere l’accordo con Mediapro, l’altro si trovava sulle barricate sul fronte opposto. In consiglio di Lega sono entrati invece Inter (l’ad Alessandro Antonello, 16 voti), Atalanta (l’ad Luca Percassi, 14 voti), Milan (l’ad Marco Fassone, 11 voti) e Udinese (il vice presidente Stefano Campoccia, 11 voti). Situazione di parità: due squadre a favore di Mediapro e due contrarie.

Alla fine sui diritti tv è prevalsa la linea di Malagò e del presidente di Lega Gaetano Micciché. I 17 club hanno votato tutti a favore della delibera. Il vice commissario Nicoletti ha sottolineato le incertezze legate alle garanzie proposte da Mediapro. Nella lettera firmata da Jaume Roures, il gruppo spagnolo ha presentato la fideiussione della controllante Imagina, che ha un patrimonio netto di circa 400 milioni di euro, e la delibera del versamento di 186 milioni milioni di euro come garanzia, da depositare presso il Banco Santander. Ponendo di fatto la condizione di realizzare il canale.

Una soluzione “che non deve esserci preclusa”, si leggeva nella lettera siglata Roures, e che “è diventata oggi un’alternativa necessaria a commercializzare in modo efficace e proficuo i diritti tv, oltre a consentire di evitare ulteriori attacchi di Sky“. Il colosso satellitare il 9 maggio ha ottenuto dal Tribunale di Milano la bocciatura del bando. In un dossier inviato il 18 aprile a Miccichè, Mediapro ha indicato i vari vantaggi del canale, economici, commerciali, nonché la possibilità di conoscere effettivamente il reale valore del calcio in tv.

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