EUROPEE 2019

Facebook il “regno” delle fake news mentre Twitter è “fair”

Livello di disinformazione “relativamente basso” sui social, secondo lo studio Oxford Internet Institute. Sul microblogging è “spazzatura” meno del 4% delle notizie. Ma su Facebook i post “ingannevoli” ottengono tuttora più like di quelli verificati

Pubblicato il 21 Mag 2019

L. O.

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Fake news sui social alla ribalta alla vigilia delle elezioni europee. Mentre su Twitter risultano “spazzatura” meno del 4% delle notizie condivise, è su Facebook che la disinformazione ottiene più successo: i post provenienti da fonti “incerte” ricevono like e commenti in misura 4 volte maggiore rispetto ai post provenienti da fonti certe. Sono i risultati dello studio dell’Oxford Internet Institute secondo cui il livello di fake news si sta rivelando in ogni caso “relativamente basso”.

“La buona notizia è che complessivamente le junk news stanno circolando in modo contenuto – dice Philip Howard, direttore dell’Oxford Internet Institute della Oxford University -. Un probabile segno della maggior attenzione prestata dai social media al fenomeno”.

“Tuttavia – spiega -, quando le notizie spazzatura vengono pubblicate su Facebook, ottengono maggior consenso che altrove: gli utenti tendono a condividerle senza fare domande, il che costituisce ancora una fonte di preoccupazione dato il possibile impatto sulle scelte politiche”.

Le “fake news” vengono definite dall’istituto come post che pubblicano “informazioni deliberatamente fuorvianti, ingannevoli o errate”, in genere con un taglio ideologico.

Sono i temi populisti quelli più di successo, spiega lo studio: attingono alla sfera del sentimento anti-immigrati o islamofobico. Pochi esprimono euroscetticismo o nominano direttamente partiti o leader europei.

I ricercatori di Oxford hanno monitorato quasi 600mila tweet relativi alle prossime elezioni del Parlamento Europeo per lo studio, in un periodo di due settimane che terminava il 20 aprile.

In particolare, quasi nessuna delle notizie fake proviene da fonti russe, hanno detto i ricercatori.

Le piattaforme di social media come Facebook e Twitter hanno intensificato gli sforzi per contrastare la disinformazione sulla scia delle elezioni presidenziali americane del 2016. Facebook, ad esempio, ha recentemente allestito una sala operativa a Dublino per monitorare la disinformazione online e le interferenze elettorali. Twitter sta pubblicando rapporti semestrali per dimostrare i propri tentativi di contrasto al fenomeno.

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