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Musica, nasce la prima generazione “non pirata”: gli under15 guidano la svolta

L’aumento di offerta legale in streaming e l’enforcement Agcom cambiano le abitudini di consumo. Fimi: ai minimi storico il p2p, accesso alle piattaforme cyberlocker sceso del 14%

Pubblicato il 11 Lug 2018

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La pirateria musicale italiana è scesa dal 39% del 2014 al 20% dell’aprile 2018. Lo rivela Fimi, Federazione Internazionale dell’Industria Musicale valutando, in occasione della relazione annuale di Agcom, l’impatto, negli ultimi quattro anni, del regolamento per la tutela dei diritti d’autore.

Secondo le ricerche di Ifpi (Federazione Internazionale dell’Industria Musicale), in Italia milioni di file illegali sono stati bloccati su decine di piattaforme pirata inibite da Agcom e allo stesso tempo la presenza di una vasta offerta legale online, in particolare tramite lo streaming, ha portato a un incremento degli utilizzatori legali di contenuti musicali.

In particolare il fenomeno legato ai siti Torrent è sceso del 21,9% solo nell’ultimo anno, l’accesso alle piattaforme cyberlocker è sceso del 14% e il p2p è sceso al minimo storico.

Di contro lo streaming legale sta attraendo le generazioni più giovani, tornati ad essere i grandi consumatori di musica in Italia. Lo rivela Connecting with music, la ricerca condotta da Ipsos Connect sulle abitudini d’ascolto che conferma la fascia 13-15 anni come quella più orientata all’offerta legale.

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