IL CASO

Non c’è pace per Facebook: ceduto l’accesso ai dati alle aziende cinesi

Il social network ammette di aver siglato nel 2010 accordi per la condivisione di informazioni anche con Huawei, Lenovo, Oppo e Tlc Corp. considerate molto vicine al governo di Pechino. Ma la condivisione sarebbe stata effettuata sui dispositivi e non sui server cinesi. La replica di Huawei: “Mai archiviato nessun dato degli utenti del social”

Pubblicato il 06 Giu 2018

Giorgia Pacino

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Si apre un nuovo capitolo sullo scandalo dati. Facebook avrebbe ceduto informazioni personali degli utenti a quattro società cinesi, considerate molto vicine al governo di Pechino. Tra queste anche Huawei, il colosso delle Tlc nel mirino dell’intelligence statunitense per “motivi di sicurezza nazionale”: “Come tutti i principali produttori di smartphone – è la replica dell’azienda cinese – Huawei ha lavorato insieme a Facebook per rendere i suoi servizi maggiormente fruibili da parte degli utenti. Huawei non ha mai raccolto né archiviato alcun dato degli utenti di Facebook”. 

Martedì il social network ha ammesso di aver siglato gli accordi nel 2010. Le altre società cinesi coinvolte sono Lenovo, Oppo e TLC Corp. Le partnership sono tuttora in vigore, ma Facebook ha annunciato che il contratto con Huawei verrà rescisso entro la fine della settimana. La nuova rivelazione del New York Times fa seguito a quella sulle intese raggiunte per la condivisione dei dati con alcuni dei maggiori produttori di dispositivi mobili al mondo: Amazon, Apple, BlackBerry e Samsung. Gli accordi, stipulati a partire dal 2007, erano finalizzati a promuovere il social tra un maggior numero di utenti. Permettevano ai produttori di smartphone di accedere ad alcune funzioni di Facebook e quindi ottenere alcune informazioni sugli utenti.

Come dichiarato dallo stesso social, gli accordi con le società cinesi permettono un accesso simile a quello offerto a Blackberry, ovvero la possibilità di recuperare informazioni sia sugli utenti possessori del device sia sui loro amici. Inclusi, segnala il New York Times, orientamento religioso e politico, informazioni su istruzione e occupazione, stato sentimentale.

In una nota Facebook ha confermato che Huawei è tra i produttori di smartphone che hanno avuto accesso ai dati dei suoi utenti. Ma Francisco Varela, vp of Mobile Partnerships di Facebook precisa che tutte le informazioni di questa integrazione con Huawei sono state memorizzate nel dispositivo e non nei server di Huawei”.

Il colosso cinese è da tempo nel mirino della politica americana: l’intelligence statunitense ha consigliato agli americani di non acquistare cellulari Huawei ed è saltato l’accordo con At&t che avrebbe dovuto vendere i dispositivi cinesi attraverso la sua rete di distribuzione.

“È il terzo più grande produttore di dispositivi mobili in tutto il mondo e i suoi dispositivi sono utilizzati in tutto il mondo, compresi gli Stati Uniti”, è la difesa del social network. “Facebook, come altre aziende di tecnologia degli Stati Uniti, ha lavorato con la società e altri produttori cinesi per rendere il network compatibile nei loro telefoni”. Tlc Corp. ha accusato l’amministrazione Trump di avere pregiudizi nei confronti delle società cinesi. E Lenovo ha dovuto accantonare l’ambizione di rilevare Blackberry, dopo che il governo canadese ha segnalato che un tale accordo avrebbe compromesso la sicurezza nazionale.

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