INTERNET

Fake news, Cardani: “Diritto di rettifica anche per il web”

Il presidente Agcom: “Allo studio uno strumento per correggere le bufale online”. Assist della presidente della Camera, Laura Boldrini: “Non sono goliardate ma operazioni per fare soldi e delegittimare le persone”. Pitruzzella (Agcm): “Rafforzare dialogo con gli Ott”

Pubblicato il 09 Feb 2017

F.Me

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Il diritto di rettifica esteso dalla stampa al web. È lo strumento cui sta lavorando l’Agcom contro il fenomeno delle bufale in rete: ad annunciarlo è stato il presidente dell’Autorità Angelo Marcello Cardani aprendo i lavori del workshop “Sicuri sul web per una navigazione consapevole”, alla Camera. “Abbiamo allo studio – ha detto – uno strumento che già abbiamo calibrandolo meglio: il diritto di rettifica”. L’obiettivo è “estenderlo dalla stampa al web. Credo – ha aggiunto – che nelle prossime settimane o mesi, ma non tanti, riusciremo ad uscire con uno strumento che potrà essere usato per correggere le fake news cioè le bufale”.

Sul tema è intervenuta anche la presidente della Camera, Laura Boldrini, aprendo il workshop. “Le fake news non sono goliardate, decise da quattro amici al bar, ma operazioni strutturate o per far soldi o per delegittimare le persone. Sono operazioni sporche – ha sottolineato Boldrini – Tutti i cittadini possono fare qualcosa contro questo fenomeno. Le fake news creano caos e confusione e danneggiano le persone, essere mal informati è rischioso”.

Da Facebook risposte troppo generiche sull’hate speech. La “denuncia” arriva dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, in occasione del lavori del workshop “Sicuri sul web per una navigazione consapevole” a Montecitorio in occasione del “Safer Internet day”. La presidete ha affrontato anche il tema dell’ahte speech.

“Abbiamo avuto un incontro molto interessante con il vicepresidente di Facebook e io ho fatto tre proposte: inserire icone per evidenziare messaggi di odio, creare un numero verde e poi, visto che in Italia ci sono 28 milioni di utenti Fb, aprire un ufficio operativo – ha spiegato Boldrini – Ma per ora ho avuto risposte generiche, informali e non indirizzate a me. Mi aspetterei una risposta nel merito”. Boldrini ha raccontato di aver incontrato i vertici di Fb in seguito alla segnalazione di una ragazza, Arianna Drago, il cui post contro alcuni “gruppi chiusi” che insultano le donne era stato oscurato.

Rimanendo sul tema nei confronti delle donne, la presidente della Camera ha fatto presente che “la nuova frontiera della violenza sulle donne è digitale”.

Sul tavolo del workshop anche il tema del cyberbullismo. “Il cyberbullismo uccide e io penso che la politica debba rispondere – ha osservato Boldrini – Il provvedimento è tornato alla Camera e mi auguro che riusciremo a chiudere la legislatura con una legge. Lo dobbiamo ai ragazzi che si impegnano, ai ragazzi che non mollano, ma soprattutto a chi non ce l’ha fatta, a coloro che sotto la pressione della vergogna e dell’onta hanno deciso di togliersi la vita”.

“Questo è un tempo in cui l’odio sta marcando il discorso pubblico, la politica deve intervenire, ma anche in questo ambito la responsabilità non è una delle prerogative più diffuse – ha concluso – L’odio si sta diffondendo sia nella vita quotidiana sia nel modo in cui ci si relaziona agli avversari politici” ha osservato la Boldrini chiedendo a tutti più “responsabilità”.

La sicurezza sulla rete e il cyberbullismo “non sono problemi episodici, sono problemi seri che rischiano di portare via una generazione, di trasformare una generazione di ragazzi in generazione di violenti che utilizzano la violenza come schema di ragionamento – ha detto Cardani – Noi dell’Agcom siamo molto sensibili al tema in quanto abbiamo una responsabilità. Molti di questi fenomeni avvengono sui mezzi di comunicazione e noi siamo corresponsabili, abbiano delle responsabilità di gestione. Da una parte è necessario che il mondo reale si renda conto di questo e intervenga con una giurisdizione sulla rete capace di cogliere i problemi e dell’altra che ci sia un mutamento dell’opinione pubblica che deve rendersi conto di un problema molto semplice: stiamo buttando via una generazione nel senso che ragazzi cresciuti con un’abitudine all’enfasi, con la ‘E’ molto maiuscola perché io parlerei di violenza, sono ragazzi che hanno la predisposizione alle espressioni violente e quindi saranno violenti. Ciò non vuol dire che andranno in giro con una mazza di ferro per aggredire chiunque ma che la loro comunicazione sarà tendenzialmente aggressiva e violenta, e queste sono caratteristiche che rendono una generazione molto più pericolosa e difficile da gestire ma che rendono la generazione stessa mano capace di gestire i rapporti con gli altri in tutti gli aspetti della convivenza quotidiana”.

Sul tema della rettifica su web è intervenuto anche il commissario Agcom, Antonio Martusciello. “Su Internet non sembra possibile applicare tout court la regolamentazione vigente sui servizi di comunicazione. Il web è un posto dove, per sua natura, vigono poche regole – ha spiegato – In tale contesto il tema dell’educazione digitale emerge in tutta la sua portata, solo l’utente del web che ha fruito di una idonea educazione, quale soggetto informato, sarà cosciente dinanzi al crocevia di molteplici mediazioni. Sotto tale profilo, un ruolo cruciale è assegnato al Servizio pubblico radiotelevisivo, ciò al fine di diffondere un’educazione civica digitale”. L’obiettivo di una Rete più sicura, ha detto ancora il Commissario dell’Agcom, “non riguarda solo il mondo della produzione dei contenuti veicolati ma coinvolge anche chi trasporta gli stessi. Mi riferisco agli operatori di telecomunicazione e al rapporto fra contenuti lesivi e Net Neutrality”.

Per il commissario Agcom, Antonio Nicita, “il tema delle post-verità va affrontato assieme a quello dell’hate speech dei discorsi d’odio, perché spesso la costruzione di false notizie è solo l’epifenomeno di una più profonda strategia dei discorsi d’odio”.

E’ molto importante “promuovere un approccio multistakeholder alla tutela delle libertà e di tutti i diritti in Rete, valorizzando le esperienze maturate nella tutela del pluralismo sociale sui mezzi di comunicazione tradizionali.” Sul web, per i fenomeni di hate speech e fake news, “l’Agcom si muove per adesso con il proprio Osservatorio coinvolgendo Facebook, Twitter, Google e tutti gli operatori di comunicazione”, ha concluso Nicita, annunciando l’avvio di un tavolo tecnico per osservare gli effetti delle misure di autoregolamentazione annunciate.

Il Garante Antitrust, Giovanni Pitruzzella ha ricordato che la libertà di informazione è “la spina dorsale della nostra società” e in
Europa si basa su una sorta di perimetrazione che “non prevede il diritto alla menzogna”. Lo sviluppo giurisprudenziale ha assegnato alla libertà di informazione un ruolo di strumento della democrazia il che si traduce nel diritto a essere informati senza menzogne. Ed escludendo un meccanismo di controllo dell’informazione, il presidente dell’Antitrust non ha nascosto il rischio che le informazioni che oggi ci appaiono anche sui nostri tablet e cellulari siano una menzogna. “La via da seguire – ha indicatato Pitruzzella – è l’interazione, il dialogo tra i grandi operatori della rete e le agenzie pubbliche”. Riconoscendo che gli Ott hanno portato avanti un grande lavoro di autoregolamentazione, il presidente dell’Agcm ha fatto presente che c’è una responsabilità del “pubblico” nel limitare le fake news. Ed è per questo che è necessario un “dialogo tra gli Ott e il pubblico”.

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