INNOVAZIONE

Cottarelli: “Spending review più efficace con la digitalizzazione della PA”

Parla il commissario: “L’informatizzazione è una leva di efficienza e risparmio, ma in Italia c’è ancora molto da fare. E’ arrivato il momento di rimboccarsi le maniche”

Pubblicato il 01 Lug 2014

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Sul fronte delle informatizzazione nella PA c’è ancora “tanto da fare a partire dal fatto che i dati e le informazioni non possono più essere proprietà di una singola amministrazione”. Ne è convinto il commissario straordinario per la revisione della spesa pubblica, Carlo Cottarelli, intervenuto ad un convegno sull’utilizzo delle nuove tecnologie nella pa organizzato a Bologna dalla Regione Emilia Romagna.

A chi gli chiedeva la situazione dell’Italia, su questo tema, rispetto agli altri paesi europei, Cottarelli ha risposto: “Non mi piace fare classifiche di questo genere. È chiaro che c’è ancora molto da fare. Poi, bisogna rimboccarsi le maniche perchè questa è un’area che può dare molti risparmi, non solo, ma può rendere più efficienti i servizi pubblici”. Secondo il commissario, la digitalizzazione nella pubblica amministrazione ha due dimensioni importanti. “La prima è cosa possono fare le tecnologie informative per migliorare l’efficienza. La seconda è come si può ridurre il costo dell’informatizzazione”. Per quanto riguarda il primo punto, “l’informatizzazione – ha spiegato Cottarelli – può aiutare prima di tutto in termini di fornire informazioni migliori, quindi rendere più trasparente il sistema e aumentare la pressione sugli amministratori. Questo – ha sottolineato – richiede non soltanto che i dati ci siano ma che siano resi disponibili al pubblico”.

Poi “c’è la questione di come l’informatizzazione – ha osservato il commissario per la spending review – può far risparmiare carta, materiale e forza lavoro da riutilizzare in altri settori”. Infine c’è il tema di “come l’informatizzazione – ha concluso Cottarelli – può semplificare alcuni processi che adesso sono complicati”.

Nella spending review di Cottarelli c’è molto di digitale con un dettaglio sui risparmi della digitalizzazione della PA: si tratta complessivamente di 1,1 miliardi di euro per il 2015 e 2,5 nel 2016. Riportando le stime dell’Agenzia per l’Italia digitale, Cottarelli evidenzia che, sempre per il 2016, si registreranno risparmi pari a 936 milioni derivanti dalla diffusione della fatturazione elettronica 936 milioni, a 1320 milioni da pagamenti elettronici e 300mila dalla razionalizzazione dei Ced.

Il risparmio derivante dalla razionalizzazione dei centri elaborazione dati “si riferisce alla sola amministrazione centrale, prevedendo una riduzione dagli attuali 78 a 4-5. Il risparmio sarebbe molto più alto se si concentrassero in circa 60 Ced gli attuali 11mila Ced di tutte le amministrazioni pubbliche – avverte Cottarelli – Il risparmio addizionale annuo stimato sarebbe di circa 1,6 miliardi ma si realizzerebbe solo al di là del 2016 e richiederebbe investimenti di 2,5 miliardi per il periodo 2014-20”.

Sempre sul versante PA la spending review evidenzia la necessità di sfruttare il fatto che gli acquisti effettuati su convenzioni Consip comportano in media un risparmio del 24%, anche se la spesa presidiabile da Consip o altre centrali di acquisto è circa la metà del totale. In questo contesto le misure da mettere in campo riguardano un cambiamento strutturale sui nuovi contratti con una drastica riduzione numero centrali appaltanti da 32.000 a 30–40 per acquisti “sopra soglia”. Sui contratti già in essere, invece, Cottarelli annuncia controlli su quelli al 31 luglio 2014 per acquisto di beni e servizi e corrispondenti tagli di stanziamento per il 2014 basati su indicatori Consip di centri di spesa meno virtuosi. Il commissario stima dunque risparmi pari a 0,8 miliardi nel 2014, 2,3 nel 2015 e 7,2 nel 2016.

“Riducendo drasticamente i tempi di pagamento della PA (oltre ad eliminare il debito) – spiega il commissario nel piano – i risparmi potrebbero essere più significativi. Occorre completare il piano della Ragioneria Generale dello Stato (Rgs) per ridurre i tempi di pagamento di tutte le pubbliche amministrazioni entro i 30-60 giorni”.

Focus anche sulla pubblicizzazione telematica degli appalti pubblici dalla quale si prevedono risparmi di 0,8 miliardi nel 2014, nel 2015 e nel 2016. “La legge italiana (non le norme comunitarie che sono più generiche) richiede pubblicazione di ogni bando e risultati di appalto eccedenti euro 200.000 su quotidiani, oltre che sulla Gazzetta Ufficiale – si legge nel piano – con un costo stimato per le pubbliche amministrazioni almeno 200 mln (riflessa in maggior prezzo per gli acquisti)”. La nuova normativa richiederebbe pubblicazione solo su siti internet (per esempio della regione corrispondente) e riduzione costo pubblicazione Gazzetta Ufficiale (da compensare con riduzione costi Poligrafico Stato).

Secondo Cottarelli anche la trasparenza può essere una leva di risparmio. La pressione dell’opinione pubblica è essenziale per evitare gli sprechi – spiega il commissario – Occorre accelerare la pubblicazione di banche dati”.

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