STRATEGIE

Incognita Piacentini sulla governance della PA: ecco i piani della ministra Bongiorno

In caso di uscita di scena dell’ex manager Amazon, il Team digitale potrebbe diventare il “braccio” operativo di Agid. Questa una delle ipotesi sul tavolo. L’Agenzia appena affidata a Teresa Alvaro potrebbe rafforzarsi al punto di diventare una sorta di consulente di Palazzo Vidoni

Pubblicato il 06 Set 2018

bongiorno

Si va definendo la governance della PA digitale. Dopo la nomina- ora si attende il decreto che la ufficializza – del nuovo direttore generale di Agid, Teresa Alvaro, il governo è a lavoro sul Team Digitale. Il sottosegretario alla PA, Mattia Fantinati, ha annunciato che il gruppo continuerà a lavorare anche dopo la scadenza del 16 settembre.

“Il giudizio sul lavoro del Team è positivo – ha spiegato Fantinati – Dobbiamo confermarlo e daremo una proroga di un anno. Questo perché deve andare in linea operativamente con un piano che è triennale”.

L’incognita è sul commissario Diego Piacentini che ancora non ha fatto sapere se intende o meno restare a guidare il Team. La sua decisione sarà cruciale per capire come opereranno nei prossimi mesi sia Agid sia il Team stesso.

Stando a quanto risulta a CorCom se l’ex manager di Amazon deciderà di rimanere, si replicherà il modello voluto dai governi Renzi e Gentiloni: un’Agenzia che praticamente è braccio operativo del Team che “detta la linea”. È chiaro che se una figura del calibro di Piacentini rimane a servizio della PA italiana è necessario dargli un ampio margine di manovra.

Diversa la situazione se lasciasse: a quel punto l’Agenzia tornerà a fare la parte del leone, non solo svolgendo il tradizionale ruolo di braccio operativo del ministero della PA, ma anche come “consulente” del ministro stesso. Ecco perché la ministra Bongiorno ha scelto Alvaro a capo di Agid: una donna di fiducia, ma allo stesso tempo profonda conoscitrice della macchina pubblica – è stata responsabile IT delle Dogane – in grado di ridare all’Agenzia il lustro di cui ha bisogno.

In realtà, fanno sapere a CorCom da ambienti del ministero, l’eventuale abbandono di Piacentini non preoccupa affatto il governo: l’intenzione è infatti operare in discontinuità con quanto fatto dai precedenti governo, lavorando “a misura” di PA e non considerando l’amministrazione italiana come una piattaforma unica su cui intervenire con grandi progetti.

Come spiegato dalla stessa Bongiorno nei giorni successivi l’insediamento del governo: “La digitalizzazione deve essere ragionevole. E quando dico ragionevole intendo dire che bisogna fare i conti con l’enorme diversità che esiste fra la PA centrale e il più piccolo comune arroccato su una montagna. Immaginare una trasformazione digitale omogena significa non tenere conto delle peculiarità. E invece bisogna tenerne conto eccome perché le cose non stanno sempre come ce le immaginiamo o vorremmo immaginarle”. Realtà diverse necessitano di trattamenti diversi altrimenti si rischia “un mostro della digitalizzazione”, con poche best practice virtuose e molta arretratezza.

E senza Piacentini che ruolo avrà il Team? Parlare di “assorbimento” è troppo ma certamente verrà inglobato in maniera più organica nelle attività di Agid, almeno con funzioni di consulenza e stimolo.

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