IL PROGETTO

Dati personali nelle mani dell’utente: Microsoft testa il software pro-privacy

Il progetto Bali – per ora in fase di ricerca – vuole creare una banca di tutti i dati personali che l’utente genera navigando online: potranno essere gestiti, controllati e monetizzati su un cruscotto unico. Per alcuni osservatori potrebbe diventare un servizio a pagamento

Pubblicato il 09 Gen 2019

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Microsoft sta sviluppando un nuovo software pro-privacy: nome in codice Bali, il sistema è progettato per ridare all’utente il pieno controllo dei suoi dati personali. Finalmente, hanno commentato alcuni siti Usa nel diffondere la notizia: non è quello che tutti i colossi dell’It e del digitale avrebbero dovuto fare fin dall’inizio?

Polemiche a parte, Bali è già online: è nella fase di ricerca e al sistema si accede solo tramite un codice, ma è possibile richiederlo per partecipare al test. Microsoft descrive il sistema come un cruscotto che dà all’utente il controllo di tutti i dati che li riguardano catturati durante la navigazione Internet. Zdnet.com riporta di averne avuto conoscenza tramite tweet scambiati tra esperti dell’It, che parlano Bali come “un progetto che può cancellare tutte le informazioni sulle tue connessioni e i tuoi account (inverseprivacyproject)”.

La definizione di inverse privacy era contenuta in un paper del 2014 di Microsoft Research in cui si parlava della deviazione rappresentata dalla “privacy al contrario” in cui a controllare e gestire i dati dell’utente non è affatto l’utente ma terze parti.

Il sito web di Bali descrive il sistema come una “nuova banca dati personale che dà agli utenti il controllo di tutti i dati raccolti su di loro…. La banca permetterà agli utenti di conservare tutti i dati generati da loro stessi e permetterà di visualizzare, gestire, controllare, condividere e monetizzare i dati”.

In questa fase di studio Bali sta imparando come usare i dati generati sui tanti siti web su cui ogni utente naviga, a partire da quelli inclusi nella Open Data Initiative di cui Microsoft è membro fondatore insieme a Adobe e Sap – un’iniziativa che l’azienda guidata da Satya Nadella ha annunciato l’autunno scorso ma non ha esattamente spiegato nei dettagli.

Microsoft è impegnata a promuovere la sua immagine di azienda attenta alla privacy: in una recente intervista con The Times, il ceo Satya Nadella ha sottolineato che Microsoft non sfrutta i dati personali dei clienti per aumentare il proprio profitto, con un riferimento indiretto a Google e Facebook, i colossi di Internet che basano la loro redditività sull’analisi delle informazioni dei loro utenti e la creazione di profili dettagliati che servono a vendere spazi pubblicitari mirati. Microsoft del resto non dipende per il proprio business dallo sfruttamento dei dati personali così strettamente come Google, ma potrebbe ricavare un guadagno dalle sue iniziative sugli open data e dal nuovo software pro-privacy.

Al momento, a parte il sito Internet di Bali, non ci sono comunicazioni ufficiali di Microsoft sul suo progetto che rimette l’utente sulla plancia di comando dei dati personali e non è chiaro come sarà gestita l’interazione tra il software pro-privacy e i siti terzi che catturano i dati durante la navigazione Internet né con quali termini (e costi) il servizio sarà offerto al pubblico.

Il progetto viene definito allo stadio iniziale ed è per ora concentrato sull’aiutare gli utenti ad aggregare i dati personali da diversi siti web e visualizzarli. Lo stesso link al sito di Bali funziona a intermittenza, ma Zdnet.com è pronto a scommettere che l’iniziativa di Microsoft Research arriverà alla fase commerciale.

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