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TikTok, il Garante Privacy chiede chiarimenti su accesso dati dalla Cina

La richiesta a seguito delle dichiarazioni di un ex manager di Byte Dance, riportate da organi di stampa, secondo cui il Partito comunista cinese avrebbe la possibilità di controllare le info degli utenti. La società ha 15 giorni di tempo per rispondere

Pubblicato il 12 Giu 2023

Patrizia Licata

tiktok

TikTok di nuovo sotto la lente del Garante privacy italiano per i potenziali legami della sua capogruppo cinese, ByteDance, con il governo di Pechino. L’Autorità, come si legge in una nota, ha chiesto informazioni a TikTok in merito alle dichiarazioni di un ex dirigente della società ByteDance, riportate da organi di stampa, relative ad un presunto accesso ai dati personali degli utenti da parte del partito comunista cinese.

TikTok e i presunti legami con Pechino

Il presunto legame tra le società cinesi e il governo di Pechino, un sospetto che ha colpito anche altre imprese, come Huawei – il caso, finora, più dibattuto da governi e media internazionali – è sempre stato negato dalle aziende della Cina.

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Ma, afferma l’autorità italiana che tutela la privacy, considerato che le notizie fanno riferimento ad una presunta comunicazione illecita di dati personali da parte di TikTok verso il partito comunista cinese (“attività esclusa con fermezza dalla società anche in occasione di recenti incontri istituzionali sul tema”), il Garante ha invitato il social network a fornire le proprie osservazioni su quanto riportato e sull’eventuale coinvolgimento di TikTok Technology nella trasmissione di dati di utenti anche italiani ed europei alle autorità governative cinesi.

Il riscontro all’Autorità dovrà pervenire entro 15 giorni dal ricevimento della richiesta.

TikTok prova ad accontentare l’Europa

Il Garante italiano è particolarmente attento sulle questioni relative alla tutela dei dati. Oltre allo stop alla piattaforma ChatGpt, è stato la prima organizzazione in Europa a vietare la società specializzata in chatbot Ai Replika, a imporre multe al produttore di software di riconoscimento facciale Clearview Ai e a limitare TikTok.

TikTok è da tempo osservato speciale anche dei regolatori europei, che ne hanno vietato l’uso ai dipendenti degli organi istituzionali dell’Ue. Anche per questo, la società cinese ha avviato il progetto Clover, con cui intende creare un’enclave europea autonoma per i dati degli utenti del Regno Unito e dello Spazio economico europeo, con in più Islanda, Liechtestein e Norvegia (See).

Il progetto, che vale 1,2 miliardi di euro, prevede una serie di misure innovative che verranno implementate per tutto l’anno in corso e fino al 2024 allo scopo di rafforzare il già esistente sistema di protezione dei dati e rispondere così alle preoccupazioni di Ue e Usa, come comunicato dalla stessa TikTok.   

Il “ban” negli Usa

Già durante l’amministrazione Trump gli Stati Uniti hanno messo sotto attento scrutinio le attività di TikTok in America e posto sotto controllo la sua gestione societaria. A marzo scorso, l’amministratore delegato di TikTok, Shou Zi Chew, ha testimoniato per la prima volta davanti al Congresso degli Stati Uniti, nel tentativo di evitare una messa al bando della piattaforma a livello federale o una vendita forzata, che Pechino intende evitare a tutti i costi.

I sospetti dei politici Usa sulla società cinese non si placano, tanto che nei giorni scorsi, lo Stato del Montana è diventato il primo della federazione Usa a vietare l’uso della app dei video brevi. Lo ha annunciato, su Twitter, il governatore Greg Gianforte, il quale definisce TikTok “un’app legata ad avversari stranieri”; di qui la decisione di metterla al bando per proteggere i dati privati e le informazioni personali dei cittadini “dal partito comunista cinese”.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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