LA BATTAGLIA LEGALE

Apple-Epic Games, Tim Cook sul banco dei testimoni: ”Nessun monopolio”

Il Ceo respinge le accuse dell’azienda produttrice di Fortnite: “Agiamo nell’interesse degli utenti”. La vicenda al centro dell’attenzione degli investitori: Cupertino nel mirino delle autorità di vari Paesi per presunta posizione dominante

Pubblicato il 24 Mag 2021

App Store

Anche Tim Cook, Ceo di Apple, è salito sul banco degli testimoni nella fase conclusiva del processo per l’azione legale intentata da Epic Games, la società di giochi (produttore del popolare videogioco Fortnite) che accusa Cupertino di posizione dominante sull’App Store. Interrogato in prima istanza da una delle legali di Apple, Veronica Moye, il numero uno della Mela ha difeso la società, spiegando che “il controllo irremovibile dell’azienda sul suo app store mobile rappresenta il modo migliore per servire e proteggere gli utenti”.

Il processo – sul quale si concentrano le attenzioni degli investitori, dal momento che Apple è sotto la lente delle autorità di numerosi Paesi per via di una presunta posizione dominante – si concentra sulla tesi di Epic secondo cui Apple ha trasformato il suo negozio (l’App store) in un mezzo di vendita che non solo richiede commissioni dal 15% al ​​30% per le transazioni in-app, ma impedisce alle app di offrire altre alternative di pagamento. Tale divieto si estende alla visualizzazione di un collegamento che aprirebbe una pagina contenente metodi per pagare abbonamenti, articoli di gioco e simili senza commissioni.

“App Store parte di un ecosistema che l’utente acquista con l’iPhone”

Creato dal co-fondatore di Apple Steve Jobs un anno dopo il debutto dell’iPhone nel 2007, l’App Store è diventato una fonte di entrate chiave per Apple, contribuendo a portare l’azienda a un profitto di $ 57 miliardi nel suo ultimo anno fiscale.

Il giudice distrettuale Yvonne Gonzalez Rogers ha chiesto a Cook che di spiegare perché Apple non consenta ai suoi clienti di usare opzioni alternative e meno costose per acquistare beni virtuali e contenuti direttamente dagli sviluppatori, consentendo solo gli acquisti tramite l’App Store. Incalzato dalle domande, Cook non ha mai esitato durante quasi quattro ore di testimonianza e ha ribadito la posizione secondo cui il controllo di Apple sull’App store aiuta a semplificare le operazioni per i clienti fedeli all’iPhone, i quali sanno che stanno acquistando “qualcosa che funziona” nell’ambito di un intero ecosistema affidabile.

Cook: “A volte interessi degli sviluppatori e degli utenti non coincidono”

“E’ importante sapere che qualche volta c’è un conflitto fra quello che gli sviluppatori vogliono e quello che gli utenti vogliono”, ha chiarito Cook, ribadendo che Apple assume le sue decisioni nel miglior interesse degli utenti.
Sul fronte delle commissioni pagate dalle app all’App Store, al centro dello scontro con Epic Games, il Ceo osserva come l’85% delle app sul negozio virtuale di Cupertino sono gratuite, mentre il resto paga commissioni del 15 o del 30%. La maggioranza, ha aggiunto, paga commissioni del 15%. Poi ha spiegato perché gli sviluppatori non possano fare pubblicità ad altre forme di pagamento nelle loro app: sarebbe come se Apple mettesse dentro il negozio di articoli elettronici Best Buy un cartello per chiedere ai consumatori di attraversare la strada e andare ad acquistare l‘iPhone in un Apple Store.

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