IL CASO

Facebook-Google, la (strana) alleanza contro l’Antitrust Usa

Le big tech pronte a unire le forze contro la causa intentata da dieci procuratori generali per pratiche anti-concorrenziali, sulla base di un accordo tra le società firmato nel 2018. I dettagli svelati dal Wall Street Journal

Pubblicato il 23 Dic 2020

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Facebook e Google avrebbero accettato di “cooperare e aiutarsi a vicenda” se mai avessero dovuto affrontare un’indagine antitrust sul patto di lavorare insieme sulla pubblicità online. E’ quanto rivela il Wall Street Journal, secondo cui i due giganti tech avrebbero concluso un accordo nel 2018 in cui Facebook aveva accettato di non competere con gli strumenti di pubblicità online di Google, in cambio di un trattamento speciale qualora avesse deciso di utilizzarli. Nome in codice dell’accordo: Star Wars, anche se pare che il nome effettivo fosse Jedi Blue.

Appoggio reciproco in caso di indagine

Secondo la bozza di causa intentata da una decina di procuratori generali repubblicani contro Google, le due aziende erano consapevoli che questa collaborazione avrebbe potuto suscitare un’indagine antitrust: in quel caso l’accordo prevedeva che si sarebbero aiutati e supportati a vicenda. Nella bozza di intesa in mano al Wsj si enunciano alcune disposizioni del contratto, indicando che le società “coopereranno e si assisteranno a vicenda nel rispondere a qualsiasi azione antitrust” e “informeranno prontamente e completamente l’altra parte di qualsiasi comunicazione governativa relativa all’accordo”.

Accuse respinte al mittente

Un portavoce di Google ha comunque detto alla Cnbc che le affermazioni riportate nella causa erano inesatte, precisando che questa tipologia di accordi è molto comune, che il deal non era segreto e che Facebook partecipa ad altre aste pubblicitarie. “Non c’è niente di esclusivo nel coinvolgere il social – ha spiegato -, che non ha ricevuto dati che non potessero essere disponibili in modo analogo da altri acquirenti”. Anche Facebook ha respinto le accuse rivolte al coo del gruppo, Sheryl Sandberg, che avrebbe firmato l’accordo con Google. La società ha affermato che “qualsiasi accusa che tutto questo danneggi la concorrenza è priva di fondamento”.

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