DRIVERLESS

Daimler rafforza l’alleanza con Baidu: guida autonoma in salsa cino-tedesca

Il gruppo automobilistico integrerà i servizi di connettività della Internet company nella piattaforma di infotainment “Mbux” di Mercedes-Benz. Le due aziende già partner del progetto “Apollo”, un sistema “aperto” per la mobilità connessa

Pubblicato il 25 Lug 2018

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La casa automobilistica tedesca Daimler rafforza l’alleanza con la Internet company cinese Baidu per lo sviluppo di tecnologie per la guida autonoma e servizi per veicoli connessi. Le due aziende sono partner già da aprile 2017 per il progetto Apollo, piattaforma aperta che raccoglie soluzioni per le driverless cars creata da Baidu con l’obiettivo di accelerare la ricerca sulla guida autonoma e promuovere un avanzamento anche a livello normativo che apra la strada alla commercializzazione e alla diffusione delle self-driving cars.

L’estensione della partnership tra il gruppo tedesco e il colosso cinese permetterà ora a Daimler di integrare i servizi di connettività di Baidu nella piattaforma di infotainment Mbux di Mercedes-Benz. “La guida automatizzata e la connettività per i veicoli stanno compiendo progressi a ritmi velocissimi in Cina e se Daimler vuole continuare ad avere successo nel futuro non dovrà solo seguire i trend ma anticiparli nel ruolo di leader”, ha affermato il Ceo della casa tedesca, Dieter Zetsche.

“L’industria automobilistica evolverà seguendo logiche completamente diverse da quelle del passato, dall’integrazione verticale verso un ecosistema platform-based“, ha dichiarato il Ceo di Baidu, Robin Li. “Questo è il momento ideale per i costruttori di tutto il mondo e le aziende tecnologiche per lavorare insieme e rafforzare la loro cooperazione”.

Durante la scorsa edizione del Ces di Las Vegas, la più grande fiera mondiale dell’elettronica di consumo, Baidu ha annunciato un aggiornamento della sua piattaforma software Apollo, aperta a tutti i costruttori e aziende che lavorano su guida autonoma e servizi per la mobilità. Sempre al Ces Baidu e Asia Mobility Industries hanno lanciato un fondo di venture capital da 200 milioni di dollari, chiamato Apollo Southeast Asia, per investimenti in aziende e startup che sviluppano qualunque tipo di tecnologia collegata con la guida autonoma e i servizi di smart mobility.

Mentre cercano l’apporto innovativo di aziende e start-up specializzate in intelligenza artificiale, machine learning, analisi dei dati e connettività mobile, i gruppi automobilistici premono anche per un adeguamento normativo che permetta di condurre i test delle auto driverless e, in prospettiva, la loro introduzione sul mercato. La Cina – ricca di colossi e start-up dell’hitech – è considerato uno dei mercati più favorevoli anche dal punto di vista regolatorio e Daimler sta già testando suoi veicoli autonomi a Pechino.

Il costruttore tedesco è però impegnato anche in Europa dove è entrato nel progetto L3Pilot capitanato da Volkswagen e che riunisce una nutrita schiera di case automobilistiche con sede in Europa (Audi,Daimler,Bmw, Centro ricerche Fiat, Ford, Jaguar Land Rover, Opel, Psa, Renault, Toyota, Honda R&D Europe e Volvo), fornitori (Autoliv, Delphi, FEV), istituti di ricerca, università (tra cui l’Università di Genova) e piccole e medie imprese: l’obiettivo è introdurre nel sistema di trasporto pubblico europeo 100 veicoli con 1.000 conducenti e testare i sistemi di guida autonoma in condizioni reali, ovvero su strada. Il progetto ha una roadmap di 4 anni ed è il più importante in questo settore finora sponsorizzato dall’Ue, con un budget complessivo di 68 milioni di euro di cui 36 milioni forniti dalla Commissione europea.

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