MERCATO

Foxconn quota l’Industrial Internet, maxi-ipo da 4,2 miliardi di dollari

Si tratta della maggiore operazione in Cina degli ultimi tre anni. La società punta a diversificare il suo business di “contractor” ancora troppo dipendente da Apple: focus sul 5G e smart manufacturing

Pubblicato il 23 Mag 2018

Patrizia Licata

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Foxconn Industrial Internet, sussidiaria del più grande assemblatore mondiale di elettronica Foxconn Technology Group, ha annunciato la sua Ipo in Cina: l’obiettivo è raccogliere con la quotazione oltre 27 miliardi di yuan (circa 4,2 miliardi di dollari). Sarebbe la maggiore Ipo degli ultimi tre anni per la Cina continentale.

La divisione di Foxconn, nota come FII, fabbrica dispositivi elettronici, attrezzature per i servizi cloud e robot industriali; tra i suoi clienti ci sono Amazon, Apple, Cisco, Dell, Huawei e Lenovo. I documenti depositati alla Borsa di Shanghai indicano che l’azienda, che ha sede a Shenzhen, vuole mettere sul mercato fino a 1,97 miliardi di azioni al prezzo di 13,77 yuan per share.

Secondo gli analisti l’Ipo della unit FII è una mossa strategica obbligata per la capogruppo Foxconn, il colosso industriale formalmente chiamato Hon Hai Precision Industry e noto per essere il principale fornitore di Apple, di cui assembla gli iPhone. Proprio la dipendenza dall’azienda americana è il tallone d’Achille di Foxconn, perché le vendite dello smartphone della Mela crescono a ritmi poco brillanti (+3% nel primo trimestre 2018). Nei primi tre mesi dell’anno Foxconn ha registrato un calo di quasi il 15% dell’utile netto, un risultato anche peggiore di quello atteso dagli analisti. La quotazione porta nuova liquidità in cassa e permette di spingere sulla diversificazione delle attività.

Il presidente di Foxconn Technology, Terry Gou, si legge su Reuters, ha dichiarato in passato di voler lanciare nuovi progetti in settori come smart manufacturing, industrial internet, cloud computing, tecnologie mobili 5G. Nei giorni scorsi Gou ha ribadito che Foxconn è pronta ad assumere un ruolo di leader nella promozione della manifattura intelligente e l’integrazione di Internet, Big data e intelligenza artificiale con l’economia reale. “Abbiamo 30 anni di esperinza in ricerca e sviluppo e manufacturing avanzato”, ha affermato Gou sul China Daily.

L’Ipo di FII a Shanghai è anche un segnale che le iniziative messe in campo da Pechino per attrarre i colossi hitech sui listini della mainland China funzionano. La quotazione in Borsa porterebbe la valutazione di FII a 43 miliardi di dollari, vicina alla capitalizzazione di mercato della capogruppo Foxconn Technology (49 miliardi), che è quotata a Taiwan. Negli scorsi dieci anni le tre maggiori quotazioni a Shanghai di dimensioni paragonabili a quella di FII hanno riguardato aziende non hitech: China State Construction Engineering (Ipo da 7,3 miliardi di dollari nel 2009); China Railway Construction (5,7 miliardi di dollari nel 2008) e Guotai Junan Securities (4,8 miliardi nel 2015).

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