Facebook spenderà quest’anno più di 17 milioni di dollari per la sicurezza personale di Mark Zuckerberg e della sua famiglia, 10 milioni di più di quanto speso l’anno scorso: controversie su privacy e fake news rendono il Ceo del social network più usato del mondo un obiettivo sensibile.
Una cifra del genere per proteggere il Ceo, le sue case, i suoi spostamenti e i familiari più stretti non è comune nelle tech companies e in generale nelle grandi aziende americane, osserva Bloomberg: 17 milioni di dollari l’anno è più dello stipendio medio annuale di molti dei Ceo della S&P 500. Ma per il sesto uomo più ricco del mondo (Zuck “vale” 68,6 miliardi di dollari) non è poi così tanto e, come nota Roderick Jones, presidente dei consulenti di security Concentric Advisors, “calcolando la sicurezza di più abitazioni e dei mezzi di trasporto, lo stipendio per le guardie del corpo e i sistemi la cyber-difesa dei dispositivi elettronici personali, moltiplicato per la moglie e le due figlie, 10 milioni di dollari coprono appena il costo base”.
Il potenziamento della spesa rispetto al 2017 si deve al fatto che quest’anno il social network si è attirato aspre critiche per l’utilizzo dei dati personali (lo scandalo Cambridge Analytica o datagate) e la diffusione di notizie false, non solo in Stati Uniti e Unione europea, ma in paesi come Myanmar e Sri Lanka dove la disinformazione è sfociata in diversi espisodi di violenza. Negli Usa la piattaforma di Zuckerberg è finita nell’occhio del ciclone per aver ospitato fake news di matrice russa che hanno influenzato l’esito delle elezioni presidenziali del 2016. Le controversie – unite a potenziali minacce come attacchi terroristici, sparatorie o cyber-crimine – rendono essenziale proteggere il Ceo e la sua famiglia senza badare a spese.
L’esborso di Facebook per la sicurezza di Zuckerberg è un benefit per un top manager che va incluso nel report finanziario dell’azienda all’interno dell’informativa sulla remunerazione del Ceo. Le voci coperte includono le guardie del corpo, i jet privati per viaggiare e sistemi di protezione e sorveglianza per le sue varie residenze – non solo telecamere ma finestre anti-proiettile o stanze-bunker. Le guardie del corpo possono essere molteplici e seguono il Ceo e i familiari in qualunque spostamento, negli Stati Uniti e all’estero.
C’è poi la questione della cyber-sicurezza: occorre mettere al riparo da furti e hacker il cellulare, il tablet, il computer, la rete Internet casalinga, l’automobile e gli elettromestici connessi di Zuckerberg per scongiurare la sottrazione di dati sensibili. “Non è emozionante come nei telefilm polizieschi o di spionaggio”, dice Jones di Concentric Advisors, “ma bisogna far combaciare una miriade di pezzi per costruire una sicurezza personale efficace”. Noioso ma necessario, dice l’esperto, considerato il ruolo di Mark Zuckerberg e della sua piattaforma.
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