TELCO PER L'ITALIA 2020

Banda ultralarga, Liuzzi: “Nel dl Semplificazioni misure per tagliare la burocrazia”

La sottosegretaria allo Sviluppo economico annuncia anche il termine delle sperimentazioni 5G il prossimo 30 giugno: “Avremo la mappa di tutte le use case. La quinta generazione mobile driver di crescita economica”

Pubblicato il 26 Giu 2020

liuzzi

Prima le scuole, subito dopo le famiglie e le imprese. Intervenendo alla tavola rotonda “La sfida del digital divide: come spingere la banda ultralarga”, all’interno del secondo appuntamento dell’evento Corcom-Digital360 “Telco per l’Italia”, la sottosegretaria allo Sviluppo economico Mirella Liuzzi ha delineato la road map del roll out della banda larga.

“Lo scorso maggio il Cobul ha sbloccato i fondi del Piano Bul destinati a scuole imprese e famiglie – ha ricordato – si tratta complessivamente di 1.546 milioni di euro, di cui 400 per il piano scuole e 1.146 per i voucher“.

“Partiremo subito con il Piano Scuola – ha annunciato Liuzzi – Abbiamo previsto le prime attivazioni già a settembre. Entrando nel dettaglio per le scuole state rinforzate le risorse pari, adesso, a 400 milioni di euro per collegare oltre 32.000 plessi  a 1 giga in tutta Italia. La connettività sarà gratuita per 5 anni, inclusa la manutenzione delle reti”.

Più lunga le tempistica prevista per i voucher destinati a famiglie e imprese che per l’attivazione necessitano di un via libera della Ue con cui “il governo italiano – ha ricordato la sottosegretaria – ha avviato una proficua interlocuzione”. Bruxelles deve valutarne la compliance con le norme sulla concorrenza, escludendo che si tratti di aiuti di Stato.

“In merito ai voucher per famiglie e imprese – ha puntualizzato – sono stati approvati incentivi pari a 500 euro per le famiglie con Isee sotto i 20mila euro, comprensivi anche della dotazione di un tablet o pc e contributi di 200 euro per le altre famiglie, mentre per le imprese vengono previsti 500 euro per la connettività ad almeno 30 mega e 2000 euro per quella a 1 giga”. Liuzzi auspica di poter attivare i voucher “al massimo entro fine anno”.

Focus anche sul 5G e sulle tecnologie abilitanti come l’Fwa. Liuzzi ha ricordato come l’Italia si trovi al terzo posto in Europa per quanto riguarda la quinta generazione mobile. “Un posizione di prestigio – ha detto – che andremo ulteriormente a rafforzare al termine delle sperimentazioni nelle 5 città che finiranno il 30 giugno. Potremo analizzare gli use cases che faranno da driver allo sviluppo delle nuove reti mobili, soprattutto sul fronte dell’industria e delle tecnologie 4.0”.

“L’Fwa – ha poi ricordato – viene equiparato da Agcom all’Fttc. Ecco perché è importante incentivare questa tecnologia che rappresenta un nuovo e interessante mercato”. In cantiere, nel decreto Semplficazioni, un serie di misure  per abbattere gli oneri burocratici.

Secondo Liuzzi è cruciale tenere alta l’attenzione sulle fake news contro cui “lottiamo quotidianamente”. “Bisogna agire e reagire – ha sottolineato Liuzzi – ne va dell’idea di Paese che vogliamo costruire. Ci sono già circa 200 Comuni che hanno emanato ordinanze per bloccare il nuovo standard mobile”.

Sulla necessità di adeguare i limiti all’elettrosmog ai livelli europei – è uno dei punti chiave del piano Colao – però la sottosegretaria è cauta. “Credo che modificare le attuali norme rischi di aumentare la conflittualità tra gli enti locali e il governo centrale – ha spiegato – e la cosa andrebbe a discapito anche della strategia che il governo ha delineato in occasione degli Stati Generali della quale 5G, banda ultralarga e digitalizzazione sono i pilastri”.

Per quanto riguarda l’indice Desi, Liuzzi vede il bicchiere mezzo pieno: “È  vero che l’Italia ha perso complessivamente due posizione rispetto allo scorso anno ma non si può non riconoscere che siamo stati protagonisti di una crescita importante sul fronte della connettività dove ci siamo attestati nella media Ue”.

Senza negare, ovviamente, che il Paese ha un problema di competenze e anche di scarso utilizzo dei servizi digitali a fronte di una PA che li mette a disposizione. “Qui – conclude – intervengono anche fattori di natura cultrale ma, immagino, anche di scarsa usabilità delle prestazioni erogate online”.

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