TELCO PER L'ITALIA 2019

Più valore con i servizi strategici. Ma servono nuovi modelli di business

Bisogna imparare a ragionare come Over the top. Accento su user experience, sicurezza e affidabilità. Nuova centralità alla manutenzione mentre l’AI nelle reti chiama in causa un nuovo codice etico

Pubblicato il 12 Giu 2019

Patrizia Licata

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Il 5G inaugura un’era di servizi in molti casi disegnati per le imprese e con caratteristiche mission-critical; tanti gli elementi di intelligenza artificiale che daranno valore alle nuove applicazioni, ma significative anche le sfide di sicurezza, privacy e anche manutenzione che le nuove reti esigeranno. Questi i temi al centro della Tavola rotonda Servizi strategici per reti strategiche: il motore della crescita” tenutasi nell’ambito di Telco per l’Italia 2019.

Il nuovo standard di comunicazione mobile è un ponte tra le due anime delle aziende telecom (reti e servizi) e valorizza gli asset infrastrutturali che differenziano le telco dagli over the top, secondo quanto ha affermato Antonio CirilloResponsabile Marketing & Digital Factory Business, Tim. “Abbiamo finora misurato le aziende telecom su velocità e capillarità delle reti lasciando i servizi a altri provider come gli Over the top: adesso il 5G torna a unire rete e servizi e permette di superare il paradosso per cui le telco continuano a aumentare gli investimenti ma perdono fatturato”, ha dichiarato Cirillo. Col 5G “le telco possono recuperare un nuovo ruolo più centrale. Già oggi la rete non è più solo un tubo ma il 5G accelera questa trasformazione, perché i nuovi servizi avanzati hanno una forte interazione con la rete. C’è spazio per le telco per diventare digital infrastructure”.

Un’altra differenza cruciale con gli standard precedenti è che la rete 5G ha una forte vocazione per l’impresa. Secondo Cirillo, c’è un valore di 5-6 miliardi di euro l’anno in Italia che le telco possono recuperare col 5G nel segmento B2B, ma le telco dovranno portare la loro proposta a settori verticali, come energia e utility o automotive, e includere system integration e applicazioni. “Le telco devono cambiare pelle e dotarsi di nuove competenze”, ha concluso Cirillo.

Servizi mission-critical come quelli abilitati dal 5G richiederanno anche una nuova attenzione sulle componenti di rete e la loro manutenzione, ha sottolineato Giuseppe IncarnatoChairman & Ceo, I.G.I. Investimenti Group. “Il 5G abilita attività industriali strategiche e la qualità della componente di rete cambia nettamente”, ha detto Incarnato; un eventuale problema ha un impatto su un processo industriale, su un’infrastruttura critica, su un’applicazione di sicurezza. “Servono componenti di qualità, manutenzione e controllo costanti. Tecnologie come l’edge computing hanno nuove esigenze anche per l’impostazione della manutenzione e dei servizi di emergenza. L’Italia ha le competenze: sfruttiamole”.

Nello scenario di lungo periodo, Incarnato pone l’accento sul ruolo dei servizi di connettività satellitare e sottolinea il ruolo dell’iniziativa d’impresa e della domanda del mercato: sarà l’utente a decretare il successo dei servizi in base alla capacità tecnologica e all’utilità delle applicazioni. “La rete deve essere capillare il più possibile, ma, accanto ai gruppi che presidiano le reti sul lato dell’accesso radio, ci saranno nuovi entranti nei servizi; l’importante sarà liberare il mercato dai vincoli burocratici e dare spazio all’iniziativa dei privati”, ha detto Incarnato.

Di nuovi modelli di business per le telco ha parlato Fabio MassimianiPrincipal Architect, Wind Tre, tornando sulla sfida per un’industria chiamata a virare sui servizi e a ragionare un po’ da fornitore di rete un po’ da Ott.  “Banda e latenza sono importanti ma al cliente non interessa la tecnologia, vuole poter usare un servizio e farlo nel modo migliore”, ha sottolineato Massimiani. “Wind Tre porta il servizio vicino a dove viene fruito con nuove logiche di progettazione della rete tra cui l’edge computing”. I diversi servizi esigono progettazioni diverse ma il risultato da proteggere è sempre la user experience.

Fondamentale anche la garanzia di affidabilità e cyber-sicurezza per le applicazioni, soprattutto se legate all’automazione industriale, a attività mission-critical o a informazioni sensibili: “Sarà essenziale la gestione del traffico e l’isolamento dei flussi di dati strategici”, ha concluso Massimiani.

C’è molta intelligenza artificiale e tanto machine learning nelle reti di nuova generazione, ha evidenziato Antonio PolitanoCOO Area Innovation, DBA Group, citando l’utilizzo dei digital twin nella quarta rivoluzione industriale. “Il digital twin gestisce tutti gli aspetti di un servizio e in futuro è possibile immagire che molte infrastrutture saranno dotate di un digital twin. Per esempio un ospedale con la rete 5G potrà ottimizzare la trasmissione delle informazioni da un’ambulanza che trasporta un malato verso i medici in sede e dialogare al tempo stesso con la smart city per decidere il percorso ottimale per l’arrivo del mezzo di soccorso in ospedale”.

L’intelligenza artificiale nelle reti e nelle applicazioni pone però problemi etici che andranno affrontati. Politano ha citato l’esempio dell’auto-robot che si trova davanti all’improvviso un pedone che attraversa la strada: nell’intervento di frenata darà la priorità a salvare il pedone o il suo passeggero? “Non esiste ancora una morale unica per gli algoritmi di AI e manca un criterio per dare eticità al comportamento del software: la soluzione dovrà essere il più possibile condivisa per evitare che diventi appaggio di un’elite”.

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