LA CRISI

Almaviva e Gepin, continua la protesta contro i tagli: sciopero il 31 marzo

Dalle 10 alle 14 sit-in dei lavoratori davanti al Mise. Micarelli (Slc): “Serve un segnale forte, imbarazzante silenzio di Renzi”. E l’Ugl chiede di ritirare i licenziamenti

Pubblicato il 29 Mar 2016

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Il 31 marzo sarà una nuova giornata di mobilitazione per i lavoratori di Almaviva e Gepin Contact. È pervisto una sciopero dalle 10 alle 14 e un sit-in a Roma, davanti la sede del ministero dello Sviluppo economico, per protestare contro i 3mila tagli annunciati da Almaviva e i 352 di Gepin.

“Il lavoratori – dice Fabrizio Micarelli, segretario generale Slc Cgil Roma e Lazio – non hanno nessuna intenzione di farsi scippare il futuro solo perché istituzioni, committenti e aziende appaltatrici si rimpallano le responsabilità anziché prendere velocemente le decisioni necessarie a risolvere la crisi del settore, quali freno alle delocalizzazioni, fine delle gare al massimo ribasso e rivisitazione degli sgravi e degli incentivi. Non lasceremo che venga tutto scaricato sulle spalle dei lavoratori”.

Per il sindacalista il grande assente di questa grave scenario è il premier Matteo Renzi che “ancora non ha detto una parola in merito alla crisi di un settore che contra oltre 80mila lavoratori”.

Intanto l’Ugl chiede ai manager di Almaviva “di sospendere l’avvio delle procedure di mobilità per 2.988 lavoratori e attendere il confronto al Mise del prossimo 18 aprile per individuare soluzioni alternative e condivise, affrontando con responsabilità le criticità del settore dei call center nel nostro Paese”.

“La società- ricorda il vice segretario generale dell’Ugl Telecomunicazioni, Roberto Vacca- ha annunciato 1.670 esuberi a Palermo, 918 a Roma e 400 a Napoli, convocando per i prossimi giorni le rsu di Ugl Telecomunicazioni, Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil per avviare le procedure per il licenziamento collettivo per riduzione di personale, con conseguente collocazione in mobilità”.

“Come Ugl Telecomunicazioni -prosegue il sindacalista- abbiamo più volte posto l’attenzione sulle procedure che coinvolgono i committenti più importanti dell’azienda, come Enel e Telecom, denunciando che non è possibile affidare gare al massimo ribasso, a 0,26 centesimi al minuto, cioè sotto gli standard minimi, e proprio i vertici Almaviva hanno dichiarato di essere stati costretti a questa drastica riorganizzazione proprio perché il mercato dei call center è in crisi e “fattori distorsivi”, ossia le gare al massimo ribasso, non consentono di rimanere sul mercato”.

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