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Banda larga, Pitruzzella: “Newco resta soluzione ottimale”

Il presidente dell’Antitrust dà la sua ricetta per lo sviluppo delle infrastrutture: “Scenari diversi dovrebbero essere attentamente vagliati dal punto di vista della concorrenza”. Equivalence of input chiave per garantire la competizione

Pubblicato il 01 Dic 2014

F.Me.

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“Servono efficaci politiche di sostegno della domanda” nel settore delle telecomunicazioni. Lo ha detto il presidente dell’Antitrust, Giovanni Pitruzzella, nel suo un intervento all’incontro su “Concorrenza e mercati: Regno Unito e Italia nel contesto europeo”, presso l’Ambasciata di Gran Bretagna a Roma, nel quale ha auspicato “un più stretto coordinamento degli investimenti fatti fino a oggi e dei piani di sviluppo delle infrastrutture dei principali gestori nazionali”. Da qui, l’opportunità di un programma strategico nazionale che comprenda la definizione dei traguardi intermedi.

In questo senso, ha ricordato Pitruzzella, “un passo importante è stato recentemente fatto dal Governo,che ha messo in consultazione pubblica due documenti (Strategia italiana per la banda ultralarga e Strategia per la crescita digitale 2014-2020) che contengono una precisa pianificazione di investimenti e di interventi finalizzati ad imprimere una accelerazione al processo di digitalizzazione del Paese.

“Risulta poi evidente che, per garantire lo sviluppo di un moderno assetto infrastrutturale, è necessario pianificare interventi pubblici nelle aree del Paese non coperte dai piani di investimento privato, da coniugare con la ineludibile cautela in ordine alla garanzia del massimo sviluppo possibile del processo competitivo – ha spiegato Pitruzzella – A tale riguardo, l’Autorità, di concerto con il regolatore, ha evidenziato come debba essere prestata particolare attenzione al delicato intreccio tra, da un lato, le politiche pubbliche di sostegno e guida al processo di innovazione del settore delle comunicazioni elettroniche e, dall’altro, gli scenari di organizzazione del settore che possono presentare rischi concorrenziali, in termini di intese restrittive della concorrenza o disfruttamento abusivo di posizioni dominanti”.

Per il numero uno dell’Antitrust, “la soluzione ottimale del processo di ammodernamento delle infrastrutture di telecomunicazioni sarebbe quella – di più difficile realizzazione – della creazione di un operatore delle reti non verticalmente integrato; altri scenari, quali quelli in cui la struttura del mercato venisse a riorganizzarsi solo sulla figura dell’operatore incumbent verticalmente integrato o nei quali emergessero forme di co-investimento da parte di una pluralità degli operatori del settore, dovrebbero essere attentamente vagliati dal punto di vista antitrust, al fine di garantire che l’assetto del mercato non risulti compromesso dal punto di vista concorrenziale”.

Per quanto riguarda l’Agenda digitale, Pitruzzella ha evidenziato come il raggiungimento dei suoi obiettivi coincidono largamente con quello del rilancio della crescita dell’economia nazionale e della modernizzazione del suo tessuto produttivo.

“Lo sviluppo di reti e servizi digitali dovrebbe costituire, dunque, uno dei principali obiettivi strategici per il rilancio dell’economia, perseguibile attraverso un insieme di politiche pubbliche che, da un lato, sostengano lo sviluppo delle nuove infrastrutture di telecomunicazione e, dall’altro, accelerino la diffusione dei servizi digitali tra le famiglie e le imprese – ha sottolineato – In questo contesto, occorre sia assicurare che il processo innovativo proceda speditamente e consenta il necessario ammodernamento delle infrastrutture di comunicazione; sia garantire che sia pienamente tutelato il principio di non discriminazione nell’accesso alle infrastrutture essenziali, che trova nel modello dell’Equivalence of Input la sua più stringente declinazione”.

“L’Autorità, nella sua ultima segnalazione al Governo per la legge annuale sulla concorrenza – ha poi concluso – ha evidenziato come, al fine di consentire di sbloccare lo stallo che ha contraddistinto la fase di avvio dell’Agenda Digitale italiana, sia fondamentale giungere ad un più stretto coordinamento degli investimenti effettuati fino ad oggi e dei piani di sviluppo delle infrastrutture dei principali gestori nazionali con la pluralità di interventi, pubblici o privati, nei singoli territori regionali. In altre parole, lo sviluppo delle nuove infrastrutture andrebbe affrontato nell’ambito di un programma strategico nazionale chiaramente definito, comprendente la definizione di traguardi intermedi (“milestones”) e un’efficace attività di monitoraggio degli investimenti di tutti gli operatori, pubblici e privati, coinvolti”.

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