SCENARI

Banda ultralarga Asia-America, super-rete da 2,5 miliardi di dollari

Gli investimenti 2022-2024 relativi alle infrastrutture sottomarine in fibra sono sette volte maggiori rispetto a quelli messi in campo nel biennio precedente. Protagoniste le big tech Usa che puntano a soddisfare la crescente domanda di dati, contenuti e servizi cloud. L’analisi di TeleGeography

Pubblicato il 05 Set 2022

Patrizia Licata

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La domanda di banda ultralarga per le comunicazioni tra Asia e America spinge la realizzazione di cavi sottomarini per i collegamenti Internet: secondo una ricerca di TeleGeography i nuovi progetti per sistemi via cavo attraverso l’Oceano Pacifico rappresentano un investimento complessivo di 2,5 miliardi di dollari per il biennio 2022-24, sette volte di più di quanto speso per le reti via cavo costruite nel 2019-21.

Banda ultralarga per cloud e contenuti Internet

Il traffico trans-Pacifico è aumentato del 35% nel periodo 2020-2021 sfiorando i 200 Tbit/s (Terabit/secondo). La domanda, secondo TeleGeography, sta raddoppiando ogni due anni. A investire nei cavi sottomarini sono in misura crescente le big tech americane e cinesi, come Amazon web services (Aws), Meta, Google, Microsoft e Tencent, che sono responsabili del boom del traffico dati legato a contenuti e servizi cloud. Ma sono le telco a fornire le dorsali di rete Internet (backbone) e a trasportare i maggiori volumi di traffico.

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I colossi del web di Stati Uniti e Cina consumano il 75% della larghezza di banda attraverso il Pacifico, ricalcando le cifre che raggiungono anche nelle comunicazioni trans-Atlantiche e nelle rotte asiatiche internet. Per questo TeleGeography prevede che le big tech americane e cinesi rappresenteranno una quota sempre più alta del totale speso per realizzare questi sistemi.

Il traino del 5G e dell’intelligenza artificiale

Un altro fattore dietro la crescita degli investimenti è l’obsolescenza di alcuni dei sistemi di cavi trans-oceanici esistenti. È il caso delle reti PC1, Japan-Us e Tata-Tgn, che sono stati posati 20 anni fa, mentre Unity di Google, Aag e Tpe sono in servizio da circa 15 anni. Le operazioni di upgrade delle reti sono state rallentate dal Covid e dai problemi sulle supply chain e ora ripartono a ritmi sostenuti.

Questi ritardi hanno anche rallentato l’erosione del prezzo dei collegamenti: per esempio, il prezzo del collegamento da 100Gbit/s attraverso il Pacifico è sceso del 4G negli scorsi tre anni mentre è sceso del 13% negli scorsi cinque anni.

La corsa agli aggiornamenti o alla costruzione di nuovi cavi si lega anche alle tecnologie emergenti come 5G, edge computing, AR/VR e intelligenza artificiale. che necessitano di infrastrutture con migliore qualità perché faranno ulteriormente esplodere l’uso di banda.

Sulla crescita degli investimenti nei sistemi via cavo incidono anche i fattori geopolitici, in particolare il bando degli Usa contro collegamenti via cavo diretti verso la Cina che spinge i fornitori americani a costruire reti alternative.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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