IL PIANO

Banda ultralarga, Fastweb e Metroweb abbandonano la gara

Enel, Telecom, Retelit-Eolo-Eds ed Estra i quattro “finalisti” per il primo bando sulle aree bianche. Fastweb sul piede di guerra, lascia e ricorre alle vie legali. Metroweb si fa da parte in vista della fusione con Eof

Pubblicato il 18 Ott 2016

F.Me

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Sarà corsa a quattro per la realizzazione delle rete a banda ultralarga nelle aree bianche di Abruzzo, Molise, Emilia Romagna, Lombardia, Toscana e Veneto. Lo rivela il Sole 24 Ore all’indomani della scadenza del termine di presentazione delle offerte per il primo bando di gara pubblicato il 3 giugno scorso: le società in lizza sono Enel, Telecom, Retelit-Eolo-Eds ed Estra. Non ci sarà Fastweb che si è mossa per vie legali con ricorso al Tar per stoppare le gare e nemmeno Metroweb che si era prequalificata nella prima fase ma che ora ha fatto un passo indietro in vita della fusione con Enel Open Fiber.

Sia Fastweb che Metroweb avevano partecipato alla fase di prequalifica, conclusa il 25 luglio, nella quale gli operatori economici interessati dovevano fornire informazioni sui requisiti di partecipazione e sulle infrastrutture esistenti che avrebbero riutilizzato nel progetto.

Oggi il cda di Infratel, con i nuovi vertici – Maurizio Dècina presidente e Domenico Tudini Ad – nominerà le commissioni di gara.

Oggetto del bando è la progettazione, realizzazione, manutenzione e gestione in modalità wholesale di una rete passiva ed attiva di accesso, che consenta di fornire servizi agli utenti finali a 100Mbps in download e 50Mbps in upload per almeno il 70% delle unità immobiliari nel Cluster C e di almeno 30Mbps in download e 15 Mbps in upload per le restanti unità immobiliari del Cluster C e per quelle del Cluster D. Sedi della PA, scuole, presidi sanitari, distretti industriali saranno raggiunti da connessioni oltre i 100Mbps indipendentemente dal Cluster di appartenenza. La rete sarà data in concessione per 20 anni e rimarrà di proprietà pubblica.

“I cittadini interessati dagli interventi previsti in questo bando sono 6,5 milioni, più di 3,5 milioni le unità immobiliari più di 500 mila le sedi di impresa e la PA, 3 mila i comuni – spiega una nota di Invitalia – L’importo complessivo del bando è di circa 1,4 miliardi di euro, così suddivisi: 439 milioni per la Lombardia, 388 per il Veneto, 232 per l’Emilia Romagna, 222 per la Toscana e 123 milioni per Abruzzo e Molise”.

La gara dunque va avanti nonostante la richiesta di sospensiva da parte di Fastweb che è stata rigettata dal Tar del Lazio e dal Consiglio di Stato. L’udienza di merito è prevista per il 14 dicembre.

Intanto domani sempre al Tar del Lazio si terrà l’udienza di Telecom Italia che a sua volta ha presentato un ricorso che a catena impatta sui bandi Infratel. La società guidata da Flavio Cattaneo ha deciso di appellarsi al Tar, evidenziando questioni differenti da quelle di Fastweb, ma i destini potrebbero incrociarsi. Telecom contesta in particolare la delibera Agcom 120 del 2016 che regola la vendita wholesale indicando che i prezzi devono essere applicati a condizioni eque e non discriminatorie per scongiurare fenomeni anticoncorrenziali come il dumping.

Per Telecom Italia anche Infratel dovrebbe passare per i cosiddetti “test di prezzo” per fissare le tariffe, ma la norma attuale non lo prevede. Una situazione che verrebbe a minare la parità di trattamento tra gli operatori e che è stata sollevata anche alla Commissione europea. Non solo: se è vero che Telecom Italia non ha richiesto la sospensione dei tempi in realtà non è escluso che lo faccia.

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