LA LETTERA

Banda ultralarga, l’appello di Asati al premier: “Rete unica per rilanciare le Tlc in Italia”

I piccoli azionisti scrivono a Giuseppe Conte: “Serve una nuova politica industriale. Una sola infrastruttura, oggetto della convergenza tra gli asset di Tim e Open Fiber eviterà diseconomie e abiliterà i nuovi servizi nell’ottica della gigabit society”

Pubblicato il 05 Giu 2018

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Adottare una nuova ed efficace politica industriale del settore delle Tlc mirata alla realizzazione di un’unica infrastruttura di rete per il sistema Paese. L’appello al nuovo governo Conte arriva da Asati, l’associazione dei piccoli azionisti di Tim.

Una rete unica, oggetto della convergenza della rete di Tim con quella di Open Fiber – scrive Asati nella lettera inviata al presidente del Consiglio – eviterà diseconomie, abiliterà i nuovi servizi della comunicazione globale, consentendo al nostro Paese di eliminare il divario digitale ultrabroadband tra le aree metropolitane e quelle rurali e svolgendo un ruolo da protagonista anche nello scenario mondiale nell’ottica della Gigabit Society.

Secondo i piccoli azionisti le rete unica porterà vantaggi anche sul versante regolamentare “mettendo fine a un contenzioso molto acceso, tra l’incumbent e gli altri operatori, che si è protratto in questi ultimi anni per una presunta discriminazione tra i servizi wholesale offerti dall’incumbent alle proprie divisioni commerciali e i servizi offerti agli altri operatori”.

Focus anche sul fronte finanziario. Asati auspica un incremento della quota di azioni di Tim in carico a Cassa Depositi e Prestiti, affinché lo Stato “eserciti un più efficace ruolo di controllo su un asset strategico per la sicurezza e difesa nazionale e bilanci le partecipazioni azionarie favorendo l’ingresso di altri investitori, proprio nell’ottica di una vera ed efficace public company”.

Al governo si ricorda poi la questione occupazione: Tim ha recentemente inoltrato al ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, la richiesta di un ciclo di Cigs per circa 30.000 lavoratori da applicarsi, tra giugno 2018 e giugno 2019, al termine del quale resteranno 4.500 esuberi. Asati confida dunque che venga adottata una nuova politica industriale di settore “mirata alla realizzazione della rete unica nazionale, misura auspicata più volte in sede parlamentare dalle stesse forze politiche che sostengono il governo”.

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