L’economia globale della connettività si prepara a una trasformazione profonda. Secondo un report di MarketsandMarkets, il mercato del 6G crescerà da 11,4 miliardi di dollari nel 2030 a 110,46 miliardi nel 2036, con un tasso medio annuo del 46%. È un dato che segna l’avvio di una nuova fase per il settore telco, in cui le reti mobili di sesta generazione non saranno soltanto un’evoluzione tecnologica, ma un motore di innovazione per industrie, città e società digitali.
Il 6G promette di superare la dimensione del “semplice” potenziamento delle performance, tipica del passaggio da 4G a 5G, per entrare nel campo dell’intelligenza di rete, dove AI, cloud distribuito e comunicazione olografica si intrecciano per abilitare nuovi modelli economici e sociali.
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6G, dalla velocità alla simbiosi uomo-macchina
Il nuovo paradigma di rete introdurrà una connettività ubiqua, intelligente e sostenibile, integrando infrastrutture terrestri e non terrestri (satelliti, Uav, Haps) per garantire copertura totale e tempi di latenza prossimi allo zero.
Secondo lo studio, la cellular communication infrastructure rappresenterà il segmento dominante, grazie alla fusione tra reti terrestri e satellitari. Tecnologie come i digital twin, l’AI-native network management e le reconfigurable intelligent surfaces (Ris) ottimizzeranno l’uso dello spettro, riducendo i consumi energetici e migliorando l’affidabilità dei sistemi.
“Il 6G non sarà solo un’evoluzione della rete, ma un fattore abilitante per la simbiosi tra uomo e macchina, per le industrie intelligenti e le economie digitali del futuro”, sottolinea il report. La prospettiva è quella di un’infrastruttura che, oltre a potenziare la capacità di trasmissione fino al terabit per secondo, ridisegnerà il modo in cui l’intelligenza artificiale interagisce con l’ambiente fisico, creando spazi immersivi e comunicazioni multisensoriali.
Asia Pacifico, la locomotiva mondiale del 6G
Sarà l’Asia Pacifico la regione più dinamica nella corsa al 6G. Paesi come Cina, Corea del Sud, Giappone, India e Singapore stanno già investendo in ricerca e sviluppo, assegnazioni di spettro, testbed e collaborazioni pubblico-private.
Il report cita i principali programmi governativi: dal K-Network 2030 della Corea del Sud alla Bharat 6G Vision dell’India, passando per i piani di finanziamento del Giappone. In parallelo, le istituzioni regionali stanno costruendo una governance condivisa per favorire la standardizzazione internazionale e l’allineamento con le iniziative dell’Itu.
La regione presenta tuttavia sfide strutturali: disparità digitali tra aree urbane dense e territori isolati, arcipelaghi e zone montuose. In questo contesto, il 6G offrirà soluzioni strategiche come reti non terrestri, edge computing e connettività ubiqua, strumenti cruciali per garantire inclusione e continuità digitale.
Grazie a una popolazione numerosa, un’elevata densità di dispositivi e un’adozione crescente dell’AI e dell’IoT, il ritorno sugli investimenti in 6G nell’area Asia Pacifico sarà probabilmente superiore rispetto a quello delle economie occidentali.
Industria 5.0 e manifattura intelligente
La manifattura è indicata da MarketsandMarkets come il comparto leader nell’adozione delle reti di sesta generazione. Con il 6G, il concetto di Industria 5.0 diventa concreto: fabbriche intelligenti capaci di operare in simbiosi con macchine autonome, sistemi predittivi e supply chain interconnesse.
La tecnologia consentirà la creazione di digital twin in tempo reale, capaci di monitorare e controllare i processi industriali, rilevando anomalie prima che si traducano in inefficienze. “Con l’ultra-low latency e l’AI avanzata, le aziende potranno gestire robot mobili e processi produttivi distribuiti in tempo reale, garantendo sicurezza e produttività”, si legge nello studio.
Dal punto di vista della cybersecurity, il 6G offrirà nuove forme di protezione basate su crittografia avanzata, autenticazione biometrica e analisi comportamentale AI-driven. Questo approccio renderà possibile una gestione più sicura dei dati e della proprietà intellettuale, elementi centrali per la competitività industriale.
Dai nuovi modelli di business ai settori emergenti
L’impatto economico del 6G andrà oltre il comparto telco. La combinazione di realtà immersiva, analisi in tempo reale e intelligenza artificiale genererà nuovi modelli di business e fonti di ricavo in settori come intrattenimento, sanità e smart city.
Nel campo medicale, la trasmissione aptica e la realtà aumentata renderanno possibili operazioni chirurgiche a distanza o percorsi riabilitativi personalizzati. Nelle città intelligenti, la rete 6G potrà abilitare infrastrutture sensoriali integrate, in grado di ottimizzare traffico, energia e sicurezza pubblica. Nel mondo dell’intrattenimento, invece, il 6G aprirà la strada a esperienze olografiche tridimensionali e ambienti virtuali sincronizzati in tempo reale, spingendo l’evoluzione del metaverso verso un livello di realismo finora inedito.
Reti 6G, infrastruttura della prossima economia digitale
A differenza del 5G, che ha concentrato la propria attenzione sulla velocità e sulla densità di connessione, il 6G diventerà una piattaforma cognitiva, capace di autoapprendere e adattarsi alle esigenze di ciascun servizio.
La convergenza edge-cloud sarà il fulcro operativo, permettendo di elaborare i dati vicino alla fonte per applicazioni mission-critical come mobilità autonoma o comunicazioni bio-nano. La rete utilizzerà bande sub-THz e luce visibile, con celle più piccole integrate a dorsali in fibra e fronthaul wireless.
Secondo gli analisti, la sicurezza e la resilienza saranno integrate nel core network, assicurando fiducia e interoperabilità tra ecosistemi ibridi. Una visione che porta la rete a diventare un attore economico, non solo un’infrastruttura tecnica.
Le telco globali e la competizione per la leadership
Il mercato è già in fermento. I principali operatori mondiali – AT&T, Ntt Docomo, Orange, Jio, Vodafone, SK Telecom, Deutsche Telekom, Verizon, China Mobile, Telefónica, Rakuten, Singtel, Kddi e e& – stanno lavorando su prototipi e test di rete sperimentali, collaborando con produttori di chip, vendor e istituzioni accademiche.
La corsa è strategica: chi stabilirà gli standard e controllerà le piattaforme di rete 6G deterrà una parte cruciale dell’economia digitale del futuro.
In Europa, il dibattito sul 6G ruota attorno a progetti di ricerca finanziati dal programma Horizon Europe e dalle partnership pubblico-private sostenute dalla Commissione europea. Un approfondimento sulle strategie comunitarie è disponibile nel pillar dedicato di CorCom: 6G, la connettività del futuro tra potenzialità e realtà.
6G, la prossima frontiera della trasformazione digitale
Il valore previsto di 110,46 miliardi di dollari entro il 2036 rappresenta solo l’inizio di un percorso che ridefinirà l’intero ecosistema telco. Più che una tecnologia, il 6G sarà un abilitatore di nuove economie, capace di collegare intelligenze umane e artificiali in un unico spazio cognitivo.
Come conclude il report di MarketsandMarkets, “la sfida del 6G non è soltanto nella velocità o nella latenza, ma nella capacità di disegnare un’infrastruttura per società digitali resilienti, inclusive e intelligenti”.