LA SENTENZA

Bandi Infratel, il Tar respinge (anche) il ricorso Fastweb: via libera a Open Fiber

Dopo quello di Tim, il Tribunale amministrativo del Lazio dichiara “inammissibile” il procedimento avviato dalla compagnia guidata da Calcagno. Ora la newco controllata da Enel e Cdp ha la strada libera per iniziare a cablare le aree bianche

Pubblicato il 04 Apr 2017

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Il Tar del Lazio respinge il ricorso di Fastweb contro i bandi Infratel per la realizzazione di una rete a banda ultralarga nelle aree a fallimento di mercato di Abruzzo, Molise, Emilia-Romagna, Lombardia, Toscana e Veneto. Fastweb si era opposta alle regole per i bandi Infratel per circa 4 miliardi di euro anche perché, sosteneva, favorivano di fatto Open Fiber, società controllata dal gruppo Enel e Cdp. La sentenza dichiara “inammissibile” il ricorso. Lo scorso 20 marzo il Tar aveva respinto anche il ricorso di Tim.

Formalmente con il ricorso Fastweb, prequalificata alla gara, chiedeva l’annullamento di alcuni chiarimenti della società appaltante relativi al bando di gara, insieme con le risposte fornite e con la lettera di invito. In particolare, i chiarimenti contestati – ne dà conto il Tar nella sentenza – escludevano che le imprese già prequalificate potessero aggregarsi per la successiva fase competitiva, o che le stesse, per la stessa fase competitiva, potessero aggregarsi anche con altre imprese non partecipanti alla prima fase, o non ammessi alla seconda. In seguito, con motivi aggiunti al ricorso, s’impugnava il bando nel complesso. Il Tar, premettendo che “la ricorrente ha affermato di voler far valere in giudizio il proprio interesse legittimo strumentale alla riedizione della gara, con regole corrette”, e che questo stesso interesse non sarebbe “venuto meno, a seguito della mancata partecipazione alla gara”, ha ritenuto il ricorso “inammissibile, in quanto indirizzato esclusivamente avverso i chiarimenti, mentre i primi motivi aggiunti di gravame, con i quali detto bando è stato impugnato, risultano irricevibili per tardività”. Tutto ciò ha portato i giudici a ritenere che “il bando, quale principale atto regolatore della procedura ad evidenza pubblica, sia divenuto inoppugnabile, senza possibilità di rinnovazione della gara”.

Lo scorso 7 marzo il cda di Infratel ha aggiudicato a Open Fiber i cinque lotti della gara da 1,4 miliardi per la realizzazione delle infrastrutture a banda ultralarga nelle aree bianche in sei Regioni. L’aggiudicazione della gara fa seguito al lavoro svolto dalla Commissione chiamata a verificare la congruità delle offerte vista la ingente discrepanza con quella presentata in particolare da Telecom Italia.

In dettaglio: 123 milioni per il Lotto 1 (Abruzzo e Molise), 232 milioni per il Lotto 2 (Emilia Romagna), 439 milioni per il Lotto 3 (Lombardia), 222 milioni per il Lotto 4 (Toscana) e 388 milioni per il Lotto 5 (Veneto). Gli interventi che Open Fiber sarà chiamata a realizzare consentiranno di portare la banda ultra larga in 3.000 comuni italiani, coinvolgendo circa 6,5 milioni di cittadini, 3,5 milioni di unità immobiliari e oltre 500.000 sedi di imprese e pubbliche amministrazioni. La rete sarà data in concessione per 20 anni e rimarrà di proprietà pubblica.

Open Fiber nel frattempo si è candidata anche per il secondo bando, quello da 1,2 miliardi, per la realizzazione delle reti ultrabroadband nelle aree bianche di 10 Regioni (Piemonte, Valle D’Aosta, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Basilicata, Sicilia) più la Provincia di Trento, per un totale di 3.710 comuni.

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