L'APPELLO

Rete unica Tlc, i sindacati: “L’Italia non può aspettare, fare presto”

Slc, Fistel e Uilcom chiedono alle istituzioni di accelerare sull’integrazione tra le infrastrutture di Tim e Open Fiber. Ugliarolo: “Obiettivo strategico per la tenuta economica del Paese”

Pubblicato il 03 Apr 2020

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Urgente perseguire l’obiettivo di una rete unica in fibra. L’appello arriva dai sindacati di categoria in un momento in cui l’emergenza Coronavirus ha fatto toccare con mano il ruolo strategico che giocano le infrastrutture di Tlc nelle tenuta del Paese. E anche all’indomani del mancato inserimento della proposta della Lega sullo sprint alla rete unica tra gli emendamenti del Cura-Italia.

“In questi anni – spiega a CorCom, Salvo Ugliarolo segretario generale della Uilcom – c’è stato un notevole spreco di risorse per tenere in piedi due reti: quella di Tim e quella di Open Fiber. È arrivato il momento di accelerare sulla realizzazione della rete unica, sia per motivi di efficienza del sistema delle Tlc sia economici, dato l’impatto che l’emergenza sanitaria avrà immancabilmente su produttività e occupazione”.

“Abbiamo testato in queste ultime settimane quanto sia cruciale avere delle reti ultraperformanti – evidenzia il sindacalista – Abbiamo avuto un picco nell’utilizzo dello smart working, della telemedicina, delle piattaforme per la scuola a distanza. Il digitale è diventato ancora più pervasivo di quanto non fosse prima e da questo non si torna indietro: ecco perché all’Italia serve una rete unica in fibra dove dirottare tutte le risorse per sostenere lo sviluppo economico del Paese e stimolare l’occupazione di qualità”. In questo senso il governo “deve agevolate l’operazione valorizzando Cdp e l’infrastruttura di Tim”.

Per Riccardo Saccone, segretario nazionale della Slc Cgil “i fatti di queste settimane ci stanno chiaramente indicando come le reti di comunicazione e connettività siano davvero uno degli assi portanti di un Paese. Tutta l’angoscia che stiamo vivendo serva almeno a far fare al Paese il salto verso il futuro e la digitalizzazione”,

“Per fare questo serve una rete in fibra unica, capace di tenere insieme tutto il Paese – sottolinea – Non si può prescindere da uno dei pochi campioni nazionali rimasti, ovvero Tim. Il governo, attraverso Cdp, deve favorire questa operazione e, con il lavoro delle autorità, garantire un giusto contesto di mercato. Questa è la soluzione per coniugare sviluppo e occupazione in tempi certi”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche la Fistel che per bocca del segretario nazionale Giorgio Serao evidenzia come “l’emergenza Covid19 ha riproposto il tema delle reti ultra veloci di telecomunicazioni. Purtroppo la politica negli ultimi anni non e’ stata in grado di definire un piano di rete nazionale. Anche le possibili convergenze tra Tim e Open Fiber hanno subito in questi ultimi anni una serie di ‘stop and go’, dettate più da visioni e analisi accademiche che da interessi nazionali. Il Paese ha ancora tante aree non coperte da banda ultra larga, eppure anche in queste ore di drammatica emergenza nazionale assistiamo a tentativi di competizione tra operatori che sono veramente di cattivo gusto”.

L’emendamento della Lega

L’appello dei sindacati arriva dopo che ieri l’emendamento sulla rete unica, proposto dalla Lega, non è stato segnalato tra quelli presentati al decreto Cura-Italia in processo di conversione.

“Terminata l’emergenza e comunque entro 12 mesi dall’entrata in vigore della presente legge – era scritto nell’emendamento – il Presidente del Consiglio dei ministri sentito il ministro dell’Innovazione Tecnologica e la digitalizzazione, presenta un piano per la costituzione di una rete unica di banda ultralarga a livello nazionale, anche prevedendo la convergenza delle reti esistenti”.

L’emendamento puntava anche a sbloccare gli 1,3 miliardi di risorse congelate al Cipe dal 2017 e destinate a stimolare la domanda di banda ultralarga, ossia le nuove connessioni da parte dei consumatori.

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