Quanto vale la rete Tim? Sfumata l’offerta da 15 miliardi (qualcuno ha azzardato 18 miliardi) da parte di Cdp nell’ambito del memorandum di maggio– l’operazione non è andata a buon fine – secondo quanto risulta a CorCom la valutazione di Netco (la società in cui andranno a confluire gli asset di rete e non solo) si sta attestando fra i 22 e i 24 miliardi.
Da 15 a 30 miliardi: la “verità” sta nel mezzo?
Vivendi, primo azionista di Tim con il 23,75% di quota, ha annunciato più volte di non essere disposto a scendere sotto i 30 miliardi. Fra 15-18 miliardi della proposta Cdp e i 30 miliardi di Vivendi balla dunque il doppio del valore: ed è sulla valutazione degli asset che si è incagliata la macchina.
Che Vivendi possa spuntarla sui 30 miliardi è irrealistico ma certamente bisognerà trovare una quadra fra i desiderata dei francesi – che cederebbero la rete andando a convergere in ServCo (la società dei servizi) e quelli dello Stato italiano: la rete Tim vale oro nella partita della digitalizzazione del Paese, è un dato di fatto.
Il Piano Minerva vale l’1,2% di crescita del Pil in 5 anni
L’economista esperto di Tlc, Maurizio Matteo Dècina ha messo a punto un modello di calcolo per valutare gli impatti del cosiddetto Piano Minerva – quello attribuito a Fratelli d’Italia e in cui il ruolo di Cdp sarebbe rilevante quantomeno sotto il profilo della governance della rete unica – : stando a quanto emerge il Piano vale l’1,2% di crescita del Pil in 5 anni. E i benefici potrebbero essere a lungo termine superiori, tali da compensare il danno della privatizzazione (6% di Pil perso in 25 anni).
L’ipotesi dell’Opa “collettiva”
Secondo quanto anticipato da CorCom si starebbe profilando una nuova configurazione con un ruolo forte dei fondi infrastrutturali a partire da Kkr e Macquarie per “diluire” il fardello del debito e attribuire quote a ciascuno in misura tale da non comportare un azionista di maggioranza ma più azionisti. Vivendi cederebbe la rete per concentrarti sulla partita dei servizi. A Cassa depositi il ruolo di “governatore” attraverso un patto parasociale che attribuirebbe specifici diritti di governance. L’ipotesi di un’Opa di Cdp su Tim non è praticabile con una proprietà al 51% che implicherebbe de facto l’accollo totalitario del debito.
Il punto della situazione a Telco per l’Italia il 14 dicembre
In programma il 14 dicembre l’edizione di fine anno di Telco per l’Italia (QUI PER AGENDA E ISCRIZIONE) che vedrà a dibattito i principali protagonisti dell’industry delle Tlc (e non solo) e che considerata la deadline del 31 dicembre – fissata dal Governo per venire a capo del dossier rete unica – sarà un momento importante per fare il punto della situazione. All’evento interviene il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio – con deleghe al digitale e alle Tlc – Alessio Butti.