IL DOCUMENTO

Berec, ecco il documento che “boccia” il Single Market

Come già anticipato dal Corriere delle Comunicazioni, secondo il Regolatore dei regolatori molti degli strumenti e delle misure proposti dalla Commissione Ue per spingere la creazione del Mercato unico digitale sarebbero controproducenti. Riflettori puntati sull’aumento della burocrazia e sul rischio di abbattimento della concorrenza

Pubblicato il 18 Ott 2013

leonidas-kanellos-berec-130402125821

“Il Berec ritiene che la Commissione europea non abbia adeguatamente dimostrato che la propria proposta sul Single Market sia in grado di generare valore nei mercati europei delle comunicazioni ed è del parere che alcune delle misure potrebbero essere controproducenti”: è quanto si legge nel documento che l’organismo europeo dei regolatori ha svelato ieri i cui contenuti erano stati anticipati dal Corriere delle Comunicazioni il 16 settembre scorso. Se in linea di principio il Berec concorda con il proposito della Commissione Ue di incentivare la creazione del Mercato unico digitale, è il dettaglio delle misure che non ha raccolto il consenso al punto da indurre il Regolatore Ue a mettere nero su bianco i rischi in cui si potrebbe incorrere se la proposta fosse licenziata come da copione. Secondo il Berec “la proposta rischia di creare una complessità non certo auspicabile in questo momento e di aumentare l’incertezza legislativa. Il tutto provocando un impatto negativo sia sul fronte investimenti si su quello della competizione a detrimento fra l’altro dei consumatori europei e dell’economia europea tutta”, si legge nel documento.

Il Berec ha evidenziato gli ostacoli principali lungo il cammino del Mercato Unico suggerendo una serie di soluzioni. Per cominciare il Regolatore dei regolatori presieduto da Leonidas Kanellos critica il meccanismo che la Commissione Ue ha messo a punto per consentire la notifica unica da parte dei provider per le comunicazioni elettroniche all’interno dei Paesi Ue. Secondo il Berec la soluzione proposta dalla Commissione non solo non diminuisce le pratiche burocratiche ma addirittura le aumenta e con esse fa lievitare anche i costi. Se l’attuale meccanismo prevede infatti per gli operatori l’invio di una notifica a ciascun regolatore di riferimento (quello del Paese in cui si opera), la nuova proposta Ue prevede sì che gli operatori facciano capo esclusivamente al regolatore del Paese in cui hanno la sede legale ma prevede altrettanto che la notifica venga inviata in tutte le lingue dei Paesi in cui si opera. “Una soluzione che certo non rappresenta una riduzione e una semplificazione degli oneri” evidenzia il Berec.

Ma questo è solo un esempio: il Berec è critico anche relativamente alle considerazioni di base che accompagnano la proposta della Commissione Ue: ad esempio sul fronte della diffusione della banda larga secondo il Regolatore non è vero che siamo così indietro rispetto agli Stati Uniti (anche il Parlamento Ue si è espresso peraltro in questa direzione e la stessa Commissione Ue ha presentato un rapporto in cui evidenzia il raggiungimento del 100% di copertura), e riguardo alla frammentazione degli operatori evidenzia che i due principali operatori Ue hanno un numero maggiore di clienti rispetto ai due maggiori Usa. Relativamente alle tutele per i consumatori il Berec ritiene che il Mercato unico potrebbe non favorire equamente tutti i cittadini considerate le differenze nazionali in termini di potere d’acquisto e anche di abitudini. Per cui sarebbe errato diminuire il potere delle singole Authority in nome di un unico regolatore Ue. Critiche piovono anche sulle misure che riguardano la cancellazione del roaming internazionale considerato che misure in merito erano già state concordate nell’ambito del Roaming III : l’incertezza regolatoria introdotta dalla proposta potrebbe produrre un abbattimento della competizione considerato che i minori introiti metterebbero in seria difficoltà numerosi operatori che rischiano di scomparire dal mercato, sottolinea il Berec.

Non piace anche il capitolo relativo alla riorganizzazione dello spettro: l’allineamento delle frequenze è già un potere in mano alla Commissione (legge 2012) – sottolinea il Berec- quindi non si comprende la riluttanza nell’utilizzarlo.

Per concludere il Berec si appella alla Commissione Ue affinché riveda la parte della proposta relativa ai cambiamenti di governance del Berec: “Considerato che il nostro processo di valutazione delle misure non è ancora completato è prematuro da parte della Commissione fare ulteriori proposte per emendare la regolazione del Berec in questa fase. Il progetto del sistema Berec era stato accuratamente costruito dal Parlamento Europeo e dal Consiglio per assicurare l’indipendenza dell’organismo. Ogni cambiamento al modello di governance deve essere approcciato con grande cautela”.

IL DOCUMENTO DEL BEREC

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati