L'ANNUNCIO

Butti convoca gli Ad delle telco: “Settore deve tornare protagonista”

Il sottosegretario all’Innovazione: “Servono misure immediate a partire dalle agevolazioni sui costi dell’energia, ma soprattutto bisognerà discutere di nuovi business model e del rapporto di collaborazione con gli Ott”. Allarme Pnrr: “Sarà difficile rispettare i target su fibra e 5G”

Pubblicato il 14 Nov 2022

Alessio-Butti

Far tornate le Tlc protagoniste della crescita economica. È questo l’obiettivo del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione, Alessio Butti.  L’industria delle Tlc italiane è “in una situazione molto difficile” ha avvertito il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione, Alessio Butti, in occasione del Forum delle Tlc, organizzato da Asstel.

“Il governo Meloni vuole che l’Italia torni ad essere protagonista e che abbia un ruolo importante, in prospettiva anche nel Mediterraneo – ha puntualizzato – Serve una strategia nuova e più ambiziosa che aiuti innanzitutto le aziende italiane a tornare a crescere”.

Per “cambiare passo”, ha sottolineato, serve “una nuova visione per il settore e un modo diverso di lavorare”. E, in questa prospettiva, ha annunciato la convocazione in tempi brevi di un tavolo con gli Ad dei principali operatori italiani.

L’obiettivo del tavolo

“L’obiettivo del tavolo non può limitarsi alle misure immediate che gli operatori, peraltro giustamente, richiedono come ad esempio le agevolazioni per i costi dell’energia, un tema già di per sé altamente drammatico o l’adeguamento dei limiti elettromagnetici o la riduzione dell’Iva – ha spiegato Butti – Dobbiamo avere la consapevolezza che queste sono tutte misure necessarie, ma sono anche misure tampone, ovvero misure che non risolveranno la crisi strutturale del settore”.

“Ciò che occorre è una visione strategica chiara, di lungo periodo per il futuro dell’intero settore, che fino ad oggi è venuta meno – ha evidenziato – Le nuove reti (Ftth e 5G) richiedono nuovi business model ed un rapporto di collaborazione e cooperazione costruttiva sia con l’industria verticale (automotive, industry 4.0, energia, mobilità, salute) che con gli Over The Top. Cercare un nuovo mindset per l’intero settore è oggi fondamentale”.

Piano Italia a 1 giga e Piano Italia 5G, allarme ritardi

Secondo Butti, rispetto alla roadmap prevista dal Pnrr “la situazione che ereditiamo è molto più critica rispetto a quanto formalmente emerso”.

“Rispettare gli obiettivi del Pnrr per le telecomunicazioni sarà complicato e molto impegnativo”, ha puntualizzato in in un intervento inviato al Forum delle Telecomunicazioni di Asstel. L’allarme era stato lanciato anche qualche giorno fa da Anie su CorCom.

“Per il Piano Italia a 1 Giga – ha ricordato – l’obiettivo dichiarato nel Pnrr dall’ex ministro Vittorio Colao si è dichiarato purtroppo sbagliato e anche per il Piano Italia 5G, il precedente governo ci lascia una situazione a dir poco imbarazzante. E con ritardi macroscopici il piano Bul non è in condizioni migliori”.

“C’è il delicato tema degli investimenti nelle telecomunicazioni in seno al Pnrr – ha indicato il sottosegretario – La Commissione Ue ha già manifestato preoccupazioni al governo uscente, che ha dichiarato di non poter raggiungere gli obiettivi precedentemente indicati”.

Per Butti è sbagliato “l’obiettivo dell’ex ministro Colao di coprire con reti a 1 Giga ulteriori 8,5 milioni di unità residenziali, di cui 450.000 di case sparse”.

Nel progress report inviato alla Commissione europea ad ottobre scorso, quindi appena un mese fa l’Italia ha comunicato che, a fronte di una dettagliata mappatura, le aree che al 2026 risultano essere a fallimento di mercato (e quindi destinatarie dell’intervento pubblico) interessano solo 6,87 milioni circa di unità residenziali (1,63 milioni circa in meno dell’obiettivo del Pnrr). “Ma quello che mi preoccupa di più – ha evidenziato il sottosegretario – sono i ritardi che sicuramente avremo anche nella tempistica di realizzazione della rete nelle cosiddette aree grigie, su cui rischia di aprire un ampio fronte di inadempienze”.

“Sul ‘Piano Italia 5g’ – ha sottolineato ancora – l’esecutivo uscente aveva già dichiarato alla Commissione che l’Italia, anche in questo caso, non raggiungerà gli obiettivi previsti dal piano. Il budget di circa 2 miliardi di euro era suddiviso in maniera equivalente tra connessione in fibra ottica di base station e la costruzione di nuove base station per aumentare la copertura 5g. Per quanto attiene alla sola parte di copertura, l’obiettivo dichiarato nel Pnrr è quello di coprire con la rete 5g almeno 15.000 kmq di aree a fallimento di mercato. Nell’ultimo Report inviato alla Commissione Europea, il governo uscente ha affermato che le aree a fallimento di mercato nel 2026 saranno pari a 440 kmq e non più 15.000 kmq come previsto dal target”.

E quanto al Piano Bul “appare francamente poco credibile che Open Fiber sia in grado di realizzare i lavori nelle aree grigie nei tempi previsti dal Pnrr, se non è stata in grado neanche di fare quelli nelle aree bianche, accumulando così enormi ritardi, ritardi che sono addirittura cresciuti nell’ultimo anno”.

“Secondo quanto previsto dalla concessione, Open Fiber deve rendere attivabili 6.411.150 unità immobiliari entro il mese di giugno del 2023. Dalla fine del mese di settembre 2022 alla fine di ottobre 2022 (ultimo dato disponibile nel Report appena pubblicato dal MiSE), il numero complessivo di unità immobiliari, dove il servizio di Open Fiber è attivabile, è cresciuto di sole 50.520 unità, raggiungendo in totale il numero di 2.088.156 unità con una performance realizzativa tra le più basse di sempre. Per rispettare i tempi, Open Fiber deve quindi rendere attivabili altre 4.322.994 unità immobiliari da qui a giugno 2023, il che equivale ad una media mensile di circa 540.000 realizzazioni contro una media negli ultimi 6 mesi di circa 46.000 unità mensili. Desolante è, infine, il fatto che, leggendo il Report del Mise disponibile, quello del 31 ottobre 2022, si apprende che sono stati ‘attivati’ i servizi nelle aree bianche solo a 104.651 unità immobiliari”.

Rete unica, il focus del governo

Il fronte delle Tlc resta dunque fortemente presidiato dal nuovo governo. Il ministro delle imprese e made in Italy, Adolfo Urso, ha focalizzato l’attenzione sul dossier rete unica. Il tema Tim-rete unica “e’ articolato” e si tratta di “creare delle condizioni che consentano di salvaguardare un asset, ma di non rinunciare ad un principio primo che ispira la buonaa politica: non lasciare indietro nessuno”, ha spiegato in un’intervista al Messaggero.

Per il ministro, questo principio “vale per le aree bianche e grigie, vale per gli addetti di Tim e del suo indotto; vale per gli utenti. La rete è un bene pubblico e quindi deve essere a controllo pubblico”.

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