Call center, a giugno la newco Telecom: chiuderanno 19 sedi

Giorgio Serao (Fistel Cisl): “I lavoratori coinvolti potranno scegliere il telelavoro o il trasferimento nella sede più vicina. L’azienda apra un tavolo con i sindacati per discutere del nuovo piano industriale”

Pubblicato il 18 Feb 2015

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Prosegue il piano di “societarizzazione” del settore caring di Telecom Italia, composto prevalentemente dai call center. L’azienda ha comunicato oggi ai sindacati che la newco sarà operativa per l’estate, tra giugno e luglio, e che da settembre sarà possibile procedere al trasferimento dei lavoratori nella nuova società. “Oggi – afferma Giorgio Serao della segreteria nazionale Fistel Cisl – l’azienda ci ha annunciato le prime chiusure delle sedi previste nel piano. Si parte con 19 chiusure. I lavoratori coinvolti dal primo maggio potranno scegliere tra il telelavoro e il trasferimento nella sede più vicina”.

La decisione di andare avanti con la creazione della newco dei call center era stata presa da Telecom dopo che a gennaio il referendum dei lavoratori del settore caring aveva bocciato l’intesa raggiunta il 18 dicembre tra azienda e sindacati.

L’accordo prevedeva, tra l’altro, che i call center sarebbero rimasti in azienda con garanzia fino al 2017. Oggi la Fistel Cisl, dichiara Serao all’agenzia Radiocor, “ha proposto di aprire un tavolo con i sindacati confederali per discutere del nuovo piano industriale che a breve sarà presentato da Telecom e per scongiurare la ‘societarizzazione’ del caring”.

“Il procedimento – spiegava Telecom in una nota dopo che i lavoratori avevano bocciato l’accordo – prevede una razionalizzazione delle sedi territoriali di Caring Services, con la chiusura di alcuni presidi e la costituzione di una distinta società per l’erogazione dei servizi di caring alla clientela”.

Il mercato dei call center, spiegavano da Telecom, “sta vivendo una forte crisi a livello nazionale con una competizione crescente tra gli operatori del settore. La società, con una trattativa durata oltre otto mesi, ha analizzato con i rappresentanti sindacali tutte le problematiche e cercato soluzioni condivise che, nel pieno rispetto della dignità dei lavoratori, anzi con l’obiettivo di valorizzarne le professionalità, dessero stabilità al lavoro presso i call center e sostenibilità di lungo termine”.

L’ipotesi di accordo siglata il 18 dicembre 2014 con tutti i sindacati “aveva individuato un percorso che permetteva di mantenere la funzione all’interno di Telecom Italia Spa, differenziandola per qualità del servizio rispetto a quanto viene offerto in outsourcing – sottolineavano da Telecom – migliorando allo stesso tempo la produttività e la sostenibilità del fattore lavoro”.

La nuova società che nascerà farà parte del Gruppo Telecom Italia e avrà “l’obiettivo di coniugare qualità del servizio reso alla clientela e le efficienze necessarie a rendere competitiva la nuova realtà aziendale con il contesto del settore di riferimento”.

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