LA CRISI

Call center, allarme sindacati: “A rischio 80mila posti”

Cgil, Cisl e Uil chiedono alla commissione Lavoro del Senato di “intervenire con norme che siano di contrasto alle delocalizzazioni e applicando le sanzioni che sono già previste”. La crisi Almaviva alza il livello di guardia sul settore

Pubblicato il 19 Ott 2016

F.Me

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La crisi di Almaviva, che ha annunciato il taglio di oltre 2.500 dipendenti, alza il livello di guardia sul futuro dei call center. “Se non risolve la questione entro breve, nel giro di qualche mese ci saranno 70-80mila posti a rischio” nel settore dei call center, tra coloro che chiamano i clienti e coloro che vengono contattati con problemi “anche di ordine pubblico”. A lanciare l’allarme sono Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom, le tre sigle sindacali ascoltate in un incontro informale dalla commissione Lavoro del Senato in merito alla vertenza Almaviva.

Secondo Giorgio Serao (Fistel), Pierpaolo Mischi (Uilcom) e Riccardo Saccone (Slc-Cgil), che si appellano a governo e Parlamento, tre sono i punti chiave da affrontare: intervenire con norme che siano di contrasto alle delocalizzazioni e applicando le sanzioni che sono già previste, agire contro le gare al massimo ribasso rispettando i minimi contrattuali e prevedere ammortizzatori sociali stabili e non in deroga per tutto il settore.

Per capire quanto sia in sofferenza il settore basta guardare cosa accade sull’altra sponda dell’Adriatico dove – in Albania – i call center prosperano offrendo gli stessi servizi a prezzi stracciati. Prezzi così bassi che hanno già convinto diversi compagnie italiane a disdire i contratti in Italia per migrare in Albania.

Intanto ieri un “pezzo” di vertenza Almaviva è stato discusso al Mise. L’incontro al Mise sui trasferimenti a Rende si è concluso con un nulla di fatto. Exprivia che sostituirà Almaviva Contact nella gestione della commessa Enel, si è detta disponibile ad inglobare solo una quota di lavoratori, tutti a quattro ore, e non tutte le persone ad oggi operative sulla commessa in gestione in Almaviva poiché il bacino risulta “gonfiato” con l’applicazione, dal 2013, dei contratti di solidarietà.

“Exprivia li prenderebbe al terzo livello, abbassandoli di uno – puntualizza il segretario della Slc Cgil di Palermo, Maurizio Rosso – E a 4 ore, la maggioranza sono a 6 ore. Azzera gli scatti di anzianità”.

“Non è questo il risultato delle battaglie straordinarie che il sindacato ha fatto per le clausole sociali, elemento di civiltà e di garanzia occupazionale”, scrivono in una nota congiunta le sigle sindacali Fistel Cisl, Uilcom Uil e Slc Cgil, che dall’incontro sono usciti parecchio delusi e contrariati. Incontro che è iniziato in notevole ritardo rispetto all’orario previsto, le 16, perché il viceministro Teresa Bellanova ha inizialmente incontrato tutte le parti separatamente. Poi, dopo un ultimo confronto comune, ha aggiornato il tavolo tecnico a giovedì 20 ottobre. Una corsa contro il tempo visto che i trasferimenti dei primi 154 operatori da Palermo a Rende dovrebbero partire dal 24 ottobre.

Almaviva, intanto, non sospende i trasferimenti. la società Almaviva, d’altronde, è ancora in attesa di una risposta concreta, e non solo intenzionale, da parte del Governo sugli interventi esecutivi e legislativi richiesti in merito al fenomeno delle delocalizzazioni e delle gare al massimo ribasso. Inoltre, l’incontro di ieri è stato più che altro interlocutorio e nessuna richiesta formale in tal senso è stata esposta agli amministratori di Almaviva Contact che sono stati congedati ore prima della fine dell’incontro.

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