IL PARERE

Call center, Cnel: “Contratto Tlc rappresentativo”. Plaudono Asstel e sindacati

La Commissione Informazione e Lavoro riconosce la “prevalente applicazione” del Ccnl anche nel settore Crm/Bpo. Le parti sociali: “Ulteriore e importante tassello nel contrasto al dumping”

Pubblicato il 21 Giu 2022

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Imprese e sindcati plaudono alla decisione del Cnel di riconoscere la rappresentatività del Ccnl delle Tlc per le attività di call center. 

La Commissione Informazione e Lavoro del Cnel, nel rispondere ad un quesito presentato da Consip sulla richiesta di accertamento dei contratti collettivi di lavoro stipulati dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale nel settore dei servizi di Contact Center, ha evidenziato che le parti sociali sulla base dell’esperienza applicativa maturata ritengono prevalente l’applicazione del Ccnl Telecomunicazioni (K411) laddove risulti con chiarezza nell’oggetto dell’appalto una predominanza delle attività riconducibili alla tipologia merceologica Ateco 82.20.00, tra cui call center in entrata – inbound – e in uscita – outbound -.

Sebbene il Cnel abbia richiamato nel proprio parere l’assenza di presupposti legislativi sulla base dei quali possa definire criteri idonei a valutare il grado di rappresentatività degli accordi di contrattazione collettiva nazionale, il riferimento alla prevalente applicazione del contratto collettivo nazionale per le attività di call center – riconducibili alla tipologia merceologica Ateco 82.20.00 – costituisce di per sé un ulteriore e importante tassello nel contrasto al dumping contrattuale che, come parti sociali, riteniamo fondamentale nell’ottica di favorire le condizioni di sostenibilità complessiva del settore.

“Riteniamo in modo imprescindibile che la trasformazione delle attività di Customer Relationship Management/Business Process Outsourcing (Crm/Bpo) passi attraverso un’iniziativa concertata di tutti gli stakeholders. L’obiettivo è quello di sostenere un processo evolutivo di tali attività attraverso l’individuazione di norme e soluzioni che, nell’ottica di un continuo miglioramento della qualità del servizio, favoriscano le condizioni di sostenibilità complessiva in modo da contrastare fenomeni di concorrenza sleale, determinata anche dalla diffusione di Ccnl scarsamente rappresentativi”, commentano in una nota congiunta Laura Di Raimondo, direttore Asstel e i Segretari Nazionali delle Organizzazioni Sindacali di Categoria, Riccardo Saccone (Slc Cgil), Giorgio Serao (Fistel Cisl), Fabio Gozzo (Uilcom Uil).

Asstel, Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil da tempo sono impegnate nel disegnare una prospettiva di sostenibilità nel medio e lungo periodo attraverso una serie di iniziative: accordo sulle c.d. clausole sociali per i cambi di appalto nelle attività di Contact Center; tabelle del costo orario del lavoro nelle attività di Contact Center, definite a partire dal 2018 con decreto del Ministero del Lavoro elaborato sulla base del contratto collettivo nazionale; accordo Quadro sui “Principi e Regole per il funzionamento delle attività del settore dei servizi di Customer Care”; nonché, da ultimo, la promozione di una serie di azioni a sostegno della trasformazione delle attività di Crm/Bpo tra le quali riveste rilievo l’adozione di modelli di affidamento dei servizi che premino la qualità e l’affidabilità di outsourcer “certificati”.

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