LA VERTENZA

Call center, salvi 400 lavoratori Datacontact: applicata la clausola sociale

Grazie alla norma che mantiene i posti di lavoro anche se cambia l’appalto, gli addetti che operavano nella commessa Telecom passeranno alle società Abramo e Youtility. Azzola (Slc): “Ora affrontare con la stessa logica anche i casi Poste ed Enel”

Pubblicato il 14 Mar 2016

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“Oggi è stato sottoscritto uno storico verbale di incontro che, per il cambio di appalto delle attività di Telecom gestite a Matera, applica le clausole sociali, diventate legge lo scorso 13 febbraio, salvaguardando così oltre 400 posti di lavoro”.

Ad affermarlo in una nota è Michele Azzola, segretario nazionale Slc Cgil. “Il ministero dello Sviluppo Economico, a partire dal viceministro Bellanova – sottolinea il sindacalista – ha avuto un ruolo fondamentale, coordinando un tavolo con istituzioni locali, Telecom in qualità di committente, le due aziende del settore Abramo e Youtility, e che ha portato alla sottoscrizione di un verbale per gestire il passaggio delle attività, oggi svolte da Datacontact, a un nuovo soggetto giuridico composto pariteticamente dalle due imprese citate”.

Il verbale, aggiunge Azzola, “prevede la salvaguardia di tutto il personale coinvolto e la permanenza dell’attività a Matera attraverso l’applicazione delle clausole sociali, che prevedono la continuità del rapporto di lavoro con l’appaltatore subentrante”. Molto positivo anche l’atteggiamento assunto da Telecom Italia, sottolinea il sindacalista, “che ha accettato di assumersi la responsabilità sociale dei lavoratori già utilizzati in precedenza nella commessa oggetto di cambio di appalto. E’ indubbiamente la strada giusta. Per la prima volta si realizza un cambio di appalto evitando che le conseguenze vengano pagate unicamente dai lavoratori”.

Ora, rileva, “è necessario affrontare con la stessa logica e con la stessa determinazione i cambi di appalto realizzati dalle gare realizzate da Poste Italiane e Enel, per le quali, ad oggi, si prospetta unicamente la strada del licenziamento per gli oltre 3000 lavoratori coinvolti. E’ inaccettabile che, da un lato, un soggetto privato come Telecom accetti il confronto per rispettare le norme di civiltà inserite dal Parlamento nel ddl ‘Appalti’ mentre aziende con importante partecipazione pubblica quali Poste e Enel ad oggi non abbiano sentito la stessa esigenza, scaricando sul Governo e sulle Istituzioni locali migliaia di licenziamenti.”

Al viceministro, aggiunge, “chiediamo di promuovere analoghi tavoli di confronto anche con queste aziende, salvaguardando così l’occupazione del personale già impegnato sulle commesse oggetto di cambio di appalto e evitando drammi sociali in aree particolarmente gravate da fenomeni di disoccupazione e carenza di lavoro. Gli oltre 450 licenziamenti aperti dal gruppo Gepin e le migliaia annunciati da Almaviva vanno affrontati con la medesima modalità: chi ha vinto la gara deve farsi carico di garantire la continuità del rapporto di lavoro al personale coinvolto”.

Se la premessa è questa, conclude, “si potrebbe realmente trasformare l’attività di call center in un lavoro industriale utile a risolvere le migliaia di richieste che quotidianamente i clienti – cittadini pongono, attraverso il consolidamento del settore e l’avvio degli investimenti necessari a favorire la digitalizzazione del Paese”.

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