LE LISTE

Cda Tim, Cdp ago della bilancia. Assogestioni si tira fuori?

Dieci candidati per Vivendi e dieci probabilmente anche per il fondo di Paul Singer. Arriva l’assist di Glass Lewis e Iss. Ribaltone in vista?

Pubblicato il 08 Apr 2018

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Dieci candidati per Vivendi e dieci anche per Elliott. In vista dei due appuntamenti chiave – il cda del 24 aprile e l’assemblea del 4 maggio l’azionista di maggioranza di Tim e il fondo di Paul Singer titolare del 5,75% del capitale – ma secondo indiscrezioni accreditato fino al 10% – affilano le armi. E voce in campo avrà con tutta probabilità anche Cassa depositi e prestiti che però ha tempo fino al 13 aprile per depositare le azioni (l’ingresso nel capitale è stato annunciato fino al 5%) che consentiranno alla Cassa di avere voce in capitolo.

Si attende, inoltre, di capire come si muoverà Assogestioni, che detiene l’1,6%: se in un primo momento sembrava farsi strada l’ipotesi della presentazione di una lista di minoranza, una mossa anti-Elliott, dall’annuncio dell’ingresso di Cdp in quota Tim l’orientamento sarebbe profondamente mutato.

Assogestioni, per la prima volta, sarebbe intenzionata a non presentare propri candidati. Un “ribaltone” che consentirebbe di fatto a Elliottt di “giocare” con maggiore libertà e di catalizzare una quantità di voti in grado di ostacolare seriamente Vivendi: oltre ai voti dei fondi comuni Elliott potrebbe ottenere anche quelli di Cdp che a questo punto diventa il vero ago della bilancia (in assise bisogna superare il 25% in capo a Vivendi).

Un assist a Elliott è arrivato anche dalla società statunitense di consulenza ai gestori internazionali, Glass Lewis, che appoggia la proposta di revoca dei sei consiglieri francesi. “In generale siamo restii a raccomandare la revoca di amministratori in carica, o l’elezione di membri dissidenti, a meno che vi siano evidenti criticità. Ma le informazioni a disposizione del mercato pesano fortemente a favore delle prospettive indicate da Elliottt, e questo è dovuto solo marginalmente al fatto che la società non si è degnata di confutarle. L’argomento decisivo, a nostro parere, è l’ampia casistica che indica come Vivendi ha gestito e intende gestire Telecom Italia al servizio dei propri interessi, senza curarsi della vasta maggioranza degli altri investitori istituzionali”.

Anche il proxy advisor Iss si schiera a favore di Elliottt: “Tutti i nomi proposti da Elliottt sono candidati indipendenti italiani, alcuni dei quali con significative esperienze in cda e come amministratori delegati nel campo dei media, delle telecomunicazioni e di società pubbliche. La lista non è meno qualificata di quella che stanno cercando di rimpiazzare. Merita anche essere evidenziato che tre dei candidati hanno svolto il ruolo di amministratori delegati in società controllate dal governo italiano (Enel, Rai, Alitalia) e uno ha lavorato alla Consob, in un contesto dove le relazioni con il governo sono un fattore”. Iss punta il dito contro Vivendi: “Sembra essere molto più un peso che un asset per Tim”, costretta a “diversi cambi di board e management durante gli ultimi anni”.

LA LISTA VIVENDI

Amos Genish, Arnaud de Puyfontaine, Franco Bernabè, Marella Moretti, Frédéric Crépin, Michele Valensise, Giuseppina Capaldo, Anna Jones, Camilla Antonini, e Stéphane Roussel. La lista comprende cinque candidati indipendenti: Marella Moretti, Giuseppina Capaldo, Anna Jones, Camilla Antonini, e Michele Valensise.

LA LISTA ELLIOTT

Fulvio Conti, Massimo Ferrari, Paola Giannotti De Ponti, Luigi Gubitosi, Dante Roscini e Rocco Sabelli. Dopo i primi sei si aggiungono nuovi quattro nomi: Alfredo Altavilla, Paola Bonomo, Lucia Morselli, Maria Eelena Cappello.

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