IL CASO

Censimento digitale a rischio? L’Istat smentisce: “Nessun problema”

L’istituto interviene a seguito dell’allarme lanciato dall’Uncem: “La nostra app permette di inserire i dati anche in assenza di segnale”. E sul ruolo di Tim chiarisce: “Abbiamo aderito alla convenzione Consip rispettando la legge”

Pubblicato il 18 Ott 2018

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Sul censimento a rischio per scarsa copertura di rete, arrivano i chiarimenti di Istat. In una lettera inviata a CorCom, l’istituto di statistica sottolinea che  “l’applicazione utilizzata dai rilevatori per il Censimento Permanente della Popolazione, chiamata correntemente Sgi (Servizio Geologico d’Italia), è in grado di registrare i dati sia in  presenza sia in assenza di copertura del segnale di rete. In questo secondo caso, l’applicazione andrà a a scaricare i dati successivamente nel sistema centrale di Istat non appena il tablet si trova in un’area coperta dal segnale cui collegarsi”.

Secondo l’istituto non avrebbe dunque fondamento l’allarme lanciato da Uncem: le comunità montane lamentavano ritardi perché i rilevatori erano costretti a spostarsi in zone con copertura di rete per inserire i dati nell’Sgi, con impatti negativi sull’esattezza dei risultati.

“Istat doveva pensarci prima – diceva a CorCom il presidente Marco Bussone – E risolvere il problema trattando con i player delle telecomunicazioni. Doveva sapere che Tim nelle valli non prende, doveva parlarne con le Associazioni degli Enti locali per capire come gestire il problema. Invece, Istat ha agito come sempre da solo, senza coinvolgere i Comuni e Uncem”.

A questo proposito Istat chiarisce anche la scelta di Tim come operatore Tlc di riferimento. “Per quanto riguarda le critiche rivolte alla copertura di rete dell’operatore Tim in alcune zone del Paese e specificatamente in alcune delle zone nelle quali sono particolarmente attive le Comunità montane – specifica poi Istat –  ci corre l’obbligo di sottolineare che abbiamo utilizzato l’operatore individuato attraverso una convenzione Consip per la Pubblica amministrazione. Di conseguenza l’Istat non ha operato alcuna scelta, ma ha semplicemente aderito alla convenzione come impone la normativa vigente”.

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