L'AFFONDO

I sindacati contro Letta: “Dica cosa vuole o scioperiamo”

Telecom, il segretario nazionale Slc-Cgil: “Inammissibile che il capo del governo non renda noti gli obiettivi da perseguire per salvaguardare un’azienda strategica”. Ugliarolo (Uilcom): “Ora Palazzo Chigi convochi anche i sindacati”

Pubblicato il 30 Ott 2013

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“Quello che colpisce nella vicenda dell’acquisizione di Telecom Italia da parte di Telefonica è l’assoluta assenza di trasparenza con cui la vicenda viene trattata”. Lo dichiara Michele Azzola, segretario nazionale Slc Cgil.

Secondo Azzola “è inammissibile che il capo del Governo convochi i vertici di Telefonica e non dica al Paese quali sono gli obiettivi che si intende perseguire e come si vuole salvaguardare un’azienda strategica per l’ammodernamento del Paese e per il raggiungimento di quanto previsto dall’Europa con l’Agenda Digitale.”

“Sentirsi rassicurare con “pacche sulla spalla” sulla tenuta occupazionale e sulla salvaguardia del mantenimento dell’azienda in Italia senza conoscere un piano industriale e senza rendere trasparenti gli impegni assunti, somiglia molto alle rassicurazioni che si forniscono ai bambini di fronte alle loro paure – continua Azzola – E’ ovvio che i cittadini italiani e i lavoratori di Telecom Italia meritano un rispetto e un’attenzione diversi e più seri.”

Per Azzola “dichiarare, infine, che non si sono toccati temi quali lo scorporo della rete o la modifica alla legge sull’Opa rende la vicenda ancora più inverosimile.”

“Il Governo deve ora convocare le parti sociali e indicare attraverso quali strumenti e con quali risorse intenda recuperare il ritardo italiano nello sviluppo della banda larga – prosegue il sindacalista – unico elemento in grado di ridare competitività all’Italia sia per quanto attiene il settore industriale che per la riforma della Pubblica Amministrazione. E’ infatti risaputo che, in assenza di un aumento di capitale, Telecom Italia non ha le risorse necessarie per varare un piano di investimenti serrato che permetta di colmare il divario con gli altri Paesi Europei (13% la copertura in Italia e 40% quella negli altri Paesi) e permetterci di cogliere l’obiettivo del 60% nei tempi fissati dall’Europa.”

“In assenza di convocazione da parte del Governo – conclude – la difesa degli interessi del Paese e di quelli dei lavoratori di Telecom Italia passerà attraverso lo sciopero e una grande manifestazione nazionale”.

Salvo Ugliarolo segretario nazionale della Uilcom chiede al governo di “convocare i sindacati”. “Dopo aver incontrato Patuano ed Alierta – dice il sindacalista al Corriere delle Comunicazioni – è arrivato il momento che Letta dica chiaramente alle rappresentanze dei lavoratori quali sono le strategie intende mettere in campo per tutelare Telecom, anche in vista del Cda del 7 novembre”. Quello stesso giorno, ricorda Ugliarolo, “i sindacati sono riconvocati in audizione in Commissione Trasporti e Tlc della Camera dove ribadiremo i nostri timori sull’occupazione e su tutte quelle azioni che impediranno all’Italia di giocare un ruolo di rilievo nel processo d’integrazione europea dove le Tlc e l’Ict giocheranno un ruolo chiave”.

Lo scorso 11 ottobre la Slc ha pubblicato lo studio “Scenari e prospettive del Gruppo Telecom Italia” in cui si evidenziano la chiavi del rilancio della compagnia, a comuniciare dal no allo scorporo e a un sì all’umento di capitale, riservato a Cdp tramite F2i. Secondo la Slc, con il passaggio di mano del gruppo a Telefonica, torna prepotentemente in primo piano il tema spin off, su cui il sindacato è totalmente contrario perché – si legge nel report – “solo mantenendo insieme rete e la sua intelligenza si possono creare le premesse affinché l’Italia possa giocare un ruolo significativo”. Lo scorporo invece “aprirebbe la strada alla frammentazione dell’azienda” e a problemi che impatterebbero su tutto il mercato. Oggi infatti li operatori pagano a TI un “affitto” ma se in futuro dovessero avere convenienza ad abbassare le tariffe “la pressione sulla società sarebbe insopportabile”, precisa la Slc.

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