Il piano di Telecom: Metroweb società della fibra

La partita è ancora tutta da giocare ma l’imminente nomina del successore di Gamberale potrebbe accelerare le trattative. Fra le ipotesi sul tavolo l’ingresso di TI nel capitale della società milanese che resterebbe però indipendente nel ruolo di “costola” ultrabroadband. In ballo anche l’11% detenuto da Fastweb in Metroweb Milano

Pubblicato il 07 Ott 2014

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Potrebbe essere più vicino lo sblocco delle trattative tra Telecom Italia e Metroweb. Secondo Il Sole 24 Ore non appena l’organigranmma di F2i sarà ridefinito, con la nomina del successore di Gamberale attesa in settimana, i colloqui potranno prendere il via. Anche se ufficialmente la quota di F2i non è in vendita, l’Ad di Telecom Italia, Marco Patuano ha già in tasca il mandato del Cda a trattare l’acquisto della partecipazione che fa capo al fondo infrastrutturale, pari al 53,8% della holding Metroweb.

E ad aprire a un possibile matrimonio tra Telecom e Metroweb è stato anche l’Ad della società milanese della fibra, Alberto Trondoli. ”L’operazione avrebbe un grande senso soprattutto industriale, ma molto dipende dalla volontà dei soci. Non mi risulta ci sia una precisa volontà di F2i a vendere” ha affermato Trondoli, interpellato su un eventuale ingresso di Telecom in Metroweb rilevando il 54% in mano a F2i.

”La quota di F2i non è assolutamente in vendita”, ha evidenziato il manager, convinto peraltro che ”se ci fosse la volontà di trattare i tempi per l’operazione potrebbero essere brevi. Ma che io sappia non c’è nulla sul tavolo”.

Eventuali nozze tra le due aziende, però, potrebbero avere ”un grande senso perché si sfrutterebbe Metroweb, con le sue competenze e risorse finanziarie, per sviluppare un’infrastruttura italiana interamente in fibra ottica, che al Paese manca”. Con un accordo ”Telecom entrerebbe in Metroweb, che resterebbe indipendente, e la farebbe diventare la sua società della fibra” ha spiegato Trondoli evidenziando che ”sarebbe uno sviluppo importante per sé stesso e per il Paese”. Il contributo di Telecom sarebbe quello di ”portare asset, ma non la rete in rame, più i suoi clienti”. Quanto alla tempistica bisognerà comunque aspettare le nomine di F2i, ”che mi sembra saranno a breve”. Le nomine al vertice del fondo erano attese per fine mese ma la fumata bianca ancora non c’è stata.

Il dossier Metroweb, anche se ufficialmente non è ancora stato dato un mandato alle banche d’affari e incontri ai vertici non ci sarebbero stati, è aperto su molte scrivanie. Secondo le ipotesi circolate sarebbe F2i a fare spazio a Telecom cedendo la sua quota mentre Cdp rimarrebbe azionista col 46%. Si guarda poi a Fastweb che controlla invece l’11% di Metroweb Milano (a sua volta partecipata da Metroweb Italia al 87,7% e dai manager all’1,7%).

Secondo il Sole 24 Ore per Telecom non sarebbe un ostacolo la valutazione, anche se il prezzo pagato ai tempi da F2i corrispondeva a un enterprise value (debito più equity) di Metroweb circa 450 milioni, vale a dire 9 volte l’attuale Ebitda. Un eventuale ingresso di Telecom a fianco di Cdp nella società che dispone di fibra ottica a Milano e Genova – e ha progetti avviati a Bologna e Torino – dovrebbe però passare il vaglio dell‘Antitrust. Secondo fonti qualificate, non ci sarebbero invece problemi per l’Agcom, cui spetterebbe formulare un parere da inoltrare all’altra Authority. Ma senz’altro un’ipotesi così configurata avrebbe più chance di superare l’esame rispetto a una fusione.

Intanto, stando a quanto comunica la Consob, Norges Bank detiene, dallo scorso primo ottobre, il 2,006% del capitale sociale di Telecom Italia.

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