L'EDITORIALE

Iliad-Vodafone, la partita è davvero chiusa?

Secondo il quotidiano Le Monde, di cui è editore Xavier Niel, l’offerta potrebbe essere rimodulata per consentire all’operatore britannico di restare nell’azionariato e beneficiare delle sinergie. Ma la faccenda si fa complessa dopo il rifiuto senza neanche trattative. Potrebbero però aprirsi altri dossier: dal mobile al fisso?

Pubblicato il 15 Feb 2022

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Iliad metterà a punto una nuova proposta per Vodafone Italia? Al momento la partita sembrerebbe chiusa non foss’altro per come è stata gestita da parte della telco britannica: nessuna discussione è stata aperta in merito all’offerta presentata – secondo quanto risulta a CorCom nessuna trattativa o valutazione condivisa è stata portata avanti e il secco rifiuto in poche ore farebbe pensare all’impossibilità di un secondo capitolo. Il condizionale però è d’obbligo, come sempre in queste complicate operazioni. E ad aprire uno “spiraglio” è un’analisi del quotidiano Le Monde supportata dalle dichiarazioni di una fonte finanziaria e di un banchiere (che però preferiscono restare anonimi). Un dettaglio non da poco: Xavier Niel, il patron di Iliad, è editore di Le Monde.

Iliad potrebbe proporre uno schema diverso, permettendo ad esempio a Vodafone di restare azionista dell’operatore frutto della fusione affinché possa beneficiare pienamente delle sinergie auspicate”. Per Iliad l’offerta su Vodafone Italia “è stato un modo per mettersi al tavolo delle negoziazioni nel settore”. Se e quando Iliad dovesse decidere di optare per una nuova offerta o se decidesse invece di puntare su altre strade è presto per dirlo. D’altro canto Vodafone non ha fatto mistero delle difficoltà in Italia, così come in Spagna e nella patria britannica e delle valutazioni di vendita dei propri asset. Per gli asset italiani potrebbe spuntare dunque anche un’altra offerta anche se è difficile ipotizzare scenari alternativi a quello del “matrimonio” con Iliad in chiave di consolidamento per riportare il mercato italiano delle Tlc mobili a una competizione a tre. Impossibile una fusione con le due altre compagnie, Tim e WindTre poiché ne deriverebbe un monopolio impossibile da gestire lato antitrust. Iliad potrebbe però a questo punto pensare di virare su una telco “fissa” e qui si aprono maggiori opzioni: Fastweb e anche il duo Linkem-Tiscali.

Il quotidiano francese ricorda che Xavier Niel non è tipo da sopire le proprie ambizioni. E peraltro Iliad conta sull’appoggio del fondo d’investimento Apax partners, molto attivo nel campo delle Tlc e appoggiato da Bnp Paribas nel tirare la volata all’operazione Vodafone. Niel inoltre siede nel consiglio di amministrazione del fondo Kkr dal 2018, già azionista di Fibercop, la wholesale company di Tim, e “autore” della manifestazione di interesse per rilevare il 100% della compagnia guidata oggi da Pietro Labriola – operazione sul cui esito resta però un punto interrogativo.

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