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Inwit, Galli: “5G nei piccoli comuni enabler di sviluppo economico”

Il direttore generale della tower company spiega come si stanno evolvendo i progetti di infrastrutturazione nelle aree a fallimento di mercato sostenute dal Pnrr. E avverte: “Bisogna fare cultura dell’innovazione”

Pubblicato il 12 Dic 2023

Diego Galli, Direttore Generale Inwit

“Con l’infrastrutturazione di 1400 aree a fallimento di mercato, la copertura 5G dovrebbe connettere il 2026 comuni medi e piccoli grazie a una rete neutral host che senza i fondi del Pnrr non sarebbe mai stata realizzata. Si tratta di un’opportunità importante, ma la macchina, che è a regime, sta incontrando non pochi ostacoli sul fronte autorizzativo. E sono proprio le istituzioni locali, che spesso vedono l’infrastruttura come un ostacolo o addirittura un nemico del territorio, a fare ostruzionismo”. A parlare è Diego Galli, direttore generale di Inwit, intervenendo all’edizione di fine anno di Telco per l’Italia.

Inwit si infatti è aggiudicata il bando Pnrr Italia 5G in rete temporanea d’impresa con Tim e Vodafone, e l’execution è inevitabilmente legata al rilascio delle autorizzazioni da parte dei comuni: basti pensare a quello di Diamante, condannato dal Tar della Calabria a seguito proprio di un ricorso di Inwit.

I freni agli investimenti del Pnrr sul 5G

“Occorrono in media dieci mesi per realizzare una torre: di questi, due mesi servono per sviluppare la parte tecnica ingegneristica, il resto vanno nella localizzazione del sito e soprattutto nella richiesta di autorizzazione. Con il varo del Pnrr, onestamente, ci aspettavamo più supporto da parte delle istituzioni locali, ma c’è un evidente problema di cultura e pregiudizio: l’infrastruttura 5G non viene ancora vista come un enabler di sviluppo economico e sociale, e i regolamenti comunali, alcuni vecchi di vent’anni ma altri di recente approvazioni, pongono divieti molto stringenti. Di fatto, possiamo realizzare le torri solo in prossimità dei cimiteri e delle discariche, che non sono aree tipicamente molto abitate e dove si rende necessaria la connettività di ultima generazione”.

Galli ha poi precisato che gli interventi della Presidenza del Consiglio dei ministri sul tema, e in particolare la cosiddetta direttiva Butti, stanno per fortuna sortendo effetti positivi: “Il silenzio assenso per l’autorizzazione è passato da 90 a 60 giorni: un mese in meno quando si tratta di realizzare migliaia di siti è un notevole risparmio di tempo. La direttiva riassume poi una serie di principi che facilitano l’implementazione delle infrastrutture sul territorio, unificando le procedure e fornendo un vero e proprio vademecum sui tempi e sui costi che dovrebbero essere associati allo sviluppo delle infrastrutture, finalmente assimilate a opere di opere di urbanizzazione primarie. Si sta in qualche modo affermando un meccanismo in base al quale viene facilitata l’applicazione di normative nazionali a favore dello sviluppo locale. Iniziamo a vedere più luci che ombre, e sono sempre di più i comuni virtuosi che comprendono il valore dell’infrastrutturazione. Da parte nostra, abbiamo avviato un programma di comunicazione che dà visibilità sui social media alle buone pratiche realizzate con le comunità locali, e abbiamo siglato protocolli con le associazioni, a partire dall’Anci, per agevolare ulteriormente il roll out delle torri”.

Digitale e sostenibilità, binomio per promuovere sviluppo economico e sociale

L’altro fronte su cui continua a lavorare Inwit è quello della sostenibilità, attraverso piani che privilegiano l’apertura delle soluzioni, che sono sempre neutral host, e l’efficienza economica e ambientale.

“L’evoluzione dell’industria è sotto gli occhi di tutti, e noi abbiamo abbracciato il concetto di shared economics per gestire le 24 mila torri, le 8 mila strutture remote in location indoor e gli oltre mille km di tunnel stradali e autostradali che fanno capo a Inwit”, ha detto Galli. “Questo ci consente di ottenere ritorni più sostenibili, una migliore densificazione del 5G e processi di riduzione del digital divide che abilitano modelli di business di lungo periodo. Il nostro contributo si esprime anche attraverso partnership che promuovono la creazione di applicazioni innovative: con il Wwf abbiamo dato vita a un sistema di monitoraggio del territorio, mentre con Legambiente abbiamo realizzato un sistema per la misurazione qualità dell’aria. In generale”, ha chiosato Galli, “come azienda Inwit investe per abbattere i consumi energetici, con l’obiettivo del net zero entro il 2040, e lavora a beneficio delle comunità locali, fornendo per esempio connettività indoor a strutture sensibili come gli ospedali”.

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