Si cercava prima di tutto un’intesa politica e, a quanto pare, è stata trovata. Sia Antonello Giacomelli, sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega alle Telecomunicazioni, sia Neelie Kroes, commissario uscente per l’Agenda digitale dell’Unione europea, hanno espresso grande soddisfazione per l’esito della riunione informale dei 28 ministri Ue competenti che si è tenuta tra ieri e oggi a Milano: d’ora in avanti l’Europa avrà una posizione unica e condivisa sul tema della Internet governance, ponendosi come soggetto e non più solo come mercato nei confronti di interlocutori come Stati Uniti e Icann. Ma l’evento è stato anche un incontro di verifica al giro di boa del semestre di presidenza italiana del Consiglio d’Europa, un mandato che era partito con l’ambizione di rappresentare la prima vera “digital presidency”.
Per Neelie Kroes la promessa è stata mantenuta. Anzi, “si è trattato di una delle migliori presidenze con cui abbia mai collaborato. E ho avuto a che fare con 20 presidenze. Ho visto una leadership connessa con i cittadini e le imprese d’Europa, capace di affrontare le questioni della vita comune, che sa bene che grazie al digitale ci sono gli strumenti per fronteggiare il problema della disoccupazione”.
L’intesa raggiunta dai ministri dell’Unione è il primo passo necessario a compiere l’ultimo miglio della maratona sul terreno della Net security, mentre sul piano del mercato unico delle telecomunicazioni e dell’abbattimento del roaming il percorso è ancora lungo. “Siamo consapevoli che la profonda condivisione che abbiamo raggiunto non esaurisce tutti i temi in agenda, ha commentato Giacomelli. “Ci sono aspetti tecnici, politici, giuridici da approfondire e affrontare, e ci proponiamo a novembre (prima del Consiglio europeo delle Telecomunicazioni, ndr) di approvare un documento che dia conto del lavoro che faremo insieme nelle prossime settimane. Ma oggi vogliamo pubblicamente lanciare un messaggio: intendiamo aprire una nuova interlocuzione con con Icann e Usa ponendo l’Europa come un soggetto politico istituzionale, protagonista dei processi in atto e con parole importanti da dire. Quando inaugurando la presidenza annunciammo che avremmo lavorato per la Internet governance”, ha continuato Giacomelli, “qualcuno educatamente ha chiesto che senso avesse. Ora nessuno lo chiede più. Solo pochi giorni fa abbiamo tutti provato amarezza per le parole spese sulla Rete dal presidente Putin sulla rete. E nelle settimane scorse abbiamo visto in altri paesi il modo in cui governi autoritari considerano il Web: come una minaccia, un’arma impropria di democrazia”.
Giacomelli ha poi parlato di web accessibility come prossima priorità della presidenza italiana. “Dobbiamo garantire a ogni persona di accedere alla rete e usare il web. È un’istanza che non è spinta da nessuna grande lobby, ma è un tratto di civiltà che sottolinea la centralità che l’Europa attribuisce a Internet che non è solo uno spazio commerciale, ma un luogo dove l’espansione di sé crea nuove culture e intrecci di comunità. Una possibilità che va garantita a tutti i cittadini”.
La questione realmente spinosa, come detto, rimane quella del mercato unico delle Telecomunicazioni. Neelie Kroes, ne ha approfittato per rincarare la dose: “Quello delle telco è l’unico mercato europeo non ancora unificato, protetto dalle stesse obsolete barriere che sono state abbattute in tutti gli altri settori. Ma non bisogna più parlare di settori ormai, visto che le interconnessioni tra digitale, comunicazione e ogni altro versante produttivo creano di fatto un’economia senza confini. Dunque dobbiamo tutti impegnarci perché non ci siano più confini anche nello specifico degli operatori di Tlc. Per come la vedo io, Net neutrality dovrebbe significare open Internet per tutti. E il roaming va abolito, ce lo chiedono i cittadini. Alle telco che sostengono che i ricavi da roaming servono per sostenere gli investimenti in infrastrutture per la banda larga, ripeto che vanno creati nuovi business. Se nel breve termine l’abolizione del roaming può diminuire le revenue dei carrier, nel lungo periodo permetterà ai cittadini di accedere a nuovi servizi, che genereranno altre forme di ricavi”.
A margine dei commenti sulla riunione informale, Giacomelli ha risposto ad alcune domande sulla cronaca italiana, ribadendo, rispetto alla vicenda Telecom, che il governo non intende intervenire su processi che riguardano aziende private. “Noi abbiamo presenti le nostre prerogative, non vogliamo sconfinare in cose che le trascendono né vediamo utilità nel farlo. Non abbiamo preferenze sulla nazionalità degli investitori, abbiamo un unico punto di vista: tutelare l’interesse nazionale e sotto il profilo della strategicità delle infrastrutture. Ci aspettiamo che Telecom abbia un piano industriale convincente con lo sviluppo della rete e che la sicurezza sia garantita in tutte le sue forme. Il nostro interesse è che si sviluppare la centralità della rete sia rispetto alle dinamiche commerciali e industriali, sia rispetto a quelle culturali della comunità. In una parola: non ci occuperemo di cose che non ci riguardano, ma con la stessa determinazione affermo che saremo attenti per tutelare l’interesse nazionale che riguarda l’infrastruttura”.