DL FISCALE

La fibra? Solo quella che arriva a casa. Ecco come cambiano le offerte

L’emendamento al Dl fiscale che stoppa le bollette a 28 giorni obbliga anche gli operatori a comunicare se la connessione arriva al cabinet oppure nell’abitazione. La parola “fibra” utilizzabile solo nei “pacchetti” Ftth

Pubblicato il 16 Nov 2017

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La fibra? E’ solo quella che arriva a casa. L’emendamento al Dl fiscale che abolisce la fatturazione a 28 giorni, obbliga gli operatori  a specificare “se la fibra arriva al domicilio o solo alla centrale“, in relazione appunto all’allacciamento domestico della fibra internet, quindi in sostanza se si tratti di Ftth e Fttc. La parola fibra nelle offerte potrà essere usata solo se arriva fino a casa. L’offerta dovrà quindi essere trasparente rispetto alla qualità di connessione: sarà l’Agcom a stabilire come l’offerta in fibra dovrà essere presentata al consumatore.

Una novità che potrebbe avere impatti interessanti sugli investimenti delle telco. Oggi Tim ha portato la fibra “dentro” 1,8 milioni di unità immobiliari. Per Vodafone e Wind asse con Open Fiber la diffusione dell’Ftth.

Nel Dl fiscale stop anche alla fatturazione a 28 giorni, ma solo per telefonia e pay tv.  Secondo la stime del Codacons, la fatturazione a 28 giorni introdotta negli ultimi due anni dalle compagnie telefoniche è costata mediamente finora 83 euro a famiglia.

“Le compagnie telefoniche, una dietro l’altro, stanno annunciando il prossimo ritorno alle bollette mensili, e con grande ritardo si è mosso anche il Governo, ma tutto ciò non basta e anzi si profilano nuovi pericoli per i consumatori italiani – spiega il presidente Carlo Rienzi – La fatturazione a 28 giorni è costata circa 2 miliardi di euro agli utenti della telefonia, con un aggravio di spesa di circa 83 euro a famiglia. Soldi che sono stati incamerati dalle compagnie telefoniche in modo del tutto illegittimo, e che ora devono essere restituiti ai consumatori, pena una valanga di azioni risarcitorie promosse dal Codacons”.

E non finisce qui. Secondo Rienzi “per aggiornare i propri sistemi informatici e i software e tornare alle bollette mensili, le compagnie telefoniche dovranno sostenere dei costi ingenti che, con ogni probabilità, saranno scaricati sugli utenti. Senza contare che gli operatori difficilmente accetteranno di rinunciare all’8% di guadagni aggiuntivi finora garantiti dalle bollette a 28 giorni. Tutto ciò rischia di portare ad aumenti delle tariffe telefoniche a totale svantaggio dei consumatori”.

L’emendamento al Dl fiscale stabilisce un indennizzo  di 50 euro per i consumatori in caso di”variazione dello standard minimo” della scadenza mensile da parte dell’operatore. Somma che sarà maggiorata di un euro per ogni giorno di fatturazione illegittima.

Agcom vigilerà sull’applicazione della norma, indicando agli operatori i termini per rientrare negli standard minimi, oltre i quali far scattare le sanzioni. Le sanzioni sono state alzare con il raddoppio delle somme previste che passano così da un minimo di 240mila euro a un massimo di cinque milioni.

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