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Mediaset Premium all’attacco di Sky a colpi di cinema e calcio

Piersilvio Berlusconi presenta il palinsesto della Pay Tv: “Non esistono trattative né tregue con i concorrenti”. Dialogo aperto con Vivendi e possibili accordi con le Tlc. Netflix? “Non è nostro competitor”

Pubblicato il 10 Giu 2015

A.S.

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I diritti televisivi per la Champions league 2015-2018 e gli accordi con alcune grandi major cinematografiche (Warner ed Nbc Universal) saranno la testa d’ariete per lanciare l’attacco a Sky e tentare di conquistare la leadership nel mercato pay italiano. A illustrare le strategie di Mediaset Premium è Pier Silvio Berlusconi, vicepresidente esecutivo e amministratore delegato di Mediaset, che presentando i palinsesti della Pay Tv a Santa Margherita Ligure ha voluto rendere pubbliche le strategie dell’azienda, dal fatto che l’asset non sia in vendita alle possibili alleanze, anche con le tlc.

“Siamo stati più che contenti dell’entrata di Telefonica, ma non siamo venditori. Un’unione Sky/Premium non esiste sui nostri tavoli. Con Sky non c’è mai stata tregua armata. Sky e Mediaset si sono fatte una concorrenza spietata. Il livello di concorrenza che c’è sempre stato con la tv satellitare è stato persino eccessivo, andiamo al di là della concorrenza normale”.

Berlusconi non si limita a negare eventuali tregue con Sky, ma lancia la sfida al concorrente satellitare: “Abbiamo lanciato Premium – afferma perché ci siamo trovati nel passaggio obbligato al digitale terreste, per cui abbiamo speso centinaia di milioni di euro e ci siamo posti il problema di come rientrare di quegli investimenti, non potevamo fare canali free all’infinito”. “Da quando c’è stata la fusione fra Tele+ e Stream, Sky ha iniziato a crescere – prosegue Pier Silvio Berlusconi – I loro piani parlavano di 8 milioni di abbonati. Abbiamo capito che c’era un concorrente che ci poteva fare male. Quindi Premium è nata con una logica difensiva nei confronti di Sky. Poi abbiamo capito che c’era un nuovo modo di fare tv e ci siamo entrati con decisione e lavorando abbiamo generato un valore che oggi Mediaset ha intenzione di fare crescere ulteriormente. Non dimentichiamo che è entrato Telefonica, un socio che ha stabilito che Mediaset Premium ha un valore di minimo 900 mln di euro. Con Sky c’è sempre stata concorrenza, oggi ci sentiamo di cambiare passo. Quella che abbiamo oggi – sottolilinea l’Ad di Mediaset – è certamente una strategia di attacco”.

Quanto all’incontro delle scorse settimane tra Silvio Berlusconi e Rupert Murdoch, “Capisco l’interesse dei giornali – afferma Pier Silvio Berlusconi – ma non c’è nessuna trattativa aperta con Sky, ci sono buoni rapporti con la famiglia Murdoch, ma questo è quanto”.

Altra questione quella che potrebbe vedere una partnership tra Premium e Vivendi: “Con Vivendi è altra cosa – afferma l’Ad – I rapporti con Bollorè sono ottimi ci siamo incontrati più volte per possibili attività di collaborazione, per la pay tv internazionale, per contenuti anche non solo in Italia, abbiamo analizzato incroci fra tv e telefonia, ma sono prospettive ampie. Se non siamo venditori con Sky non lo siamo neanche con Vivendi“.

Ma rimane l’eventualità di alleanza con operatori telefonici: “Non sentiamo l’esigenza di accordi con compagnie telefoniche – prosegue Pier Silvio Berlusconi – Rimanere indipendenti potrebbe essere una buona strada perché crediamo nei nostri contenuti, ma le compagnie telefoniche continuano a cercarci per cui non escludo a breve accordi commerciali. Quello che vorrei fare non è un accordo banale, ma un’offerta che sia fatta con i nostri contenuti ma ad hoc per la banda larga”.

“L’alleanza Mediaset-Telecom poteva essere una grande opportunità – aggiunge – ma il momento è passato: è stata la politica a rendere poco opportuna una partnership che sarebbe stata fortissima, non solo per le due aziende, ma per tutto il Paese”.

Ma la sfida non potrà essere lanciata davvero se Premium non scenderà sullo stesso terreno di Sky, la pay tv satellitare: “E’ molto probabile che a breve si faccia un’offerta di contenuto Premium anche sul satellite – spiega Berlusconi – Per motivi legati alla concorrenza eccessiva non vogliamo dare numeri relativi ai target abbonati. Comunque sarà nell’ordine delle centinaia di migliaia”. Proprio a questo proposito la società sta lavorando a un nuovo decoder, “che potrà ricevere digitale terrestre, banda larga e satellite e sarà pronto a gennaio 2016”

Al di là della situazione esistente, il mercato dei contenuti è destinato a cambiare nei prossimi mesi, ad esempio con lo sbarco in Italia di Netflix: “Non viviamo Netflix come concorrente diretto – prosegue Berlusconi – Il nostro core business è la tv generalista e gratuita, facciamo anche il pay in cui siamo stati sempre competitivi, due anni fa abbiamo lanciato Infinity che è sul modello di Netflix. Non ci sentiamo in competizione. Al limite è l’offerta di Infinity stand alone a essere in competizione con Netflix, il resto dell’offerta non è paragonabile”.

Sulla raccolta pubblicitaria, che negli ultimi mesi aveva suscitato preoccupazioni, Berlusconi è ottimista, e nota “segnali di ripresa per quanto riguarda maggio e giugno. Il secondo trimestre è andato molto meglio del primo. Abbiamo avuto un maggio che ha avuto un piccolo segno più davanti – afferma – mentre giugno ha avuto un segno più grande”.

Un ultimo passaggio è riservato ai conti di Premium: “Molto spesso leggo cifre folli sulle presunte perdite subite da Mediaset con Premium – commenta – Visto che dalla sua nascita usa banda, giornalisti e struttura che Mediaset avrebbe comunque usato, Mediaset Premium ci è costata zero, visto che 100 mln di costi di struttura li avremmo avuti comunque a meno di non passare al digitale o mandare via gente, cosa che non abbiamo mai voluto fare. Non è scontato che la sfida la si vinca. Il piano prevede la copertura dei costi. Il primo anno avrà obiettivo da start up. Abbiamo un bacino di utenza enorme, siamo il primo editore italiano. L’obiettivo non è fare utili ma abbonati, abbonati e abbonati. La pay tv ci interessa per fare crescere questo bacino di utenza”.

“Oggi – conclude Pier Silvio Berlusconi – lo spazio per due editori pay non esiste, ma se il mercato dovesse tornare a crescere anche il settore della pay ritornerà a crescere e lo spazio per due editori si può trovare”.

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