l principio della neutralità della Rete deve essere previsto per legge perché rappresenta una garanzia fondamentale per l’esercizio, da parte di cittadini ed imprese, di una lunga serie di libertà». È la convinzione del Consiglio di Stato francese, espressa in uno studio di oltre 400 pagine.
Ma Parigi pensa ad una net-neutrality “morbida” ed in linea con le indicazioni dell’Unione Europea: gli operatori di telecomunicazioni dovrebbero essere lasciati liberi di garantire, in relazione a taluni “servizi speciali”- da definirsi in modo molto ampio – un livello di qualità garantito e superiore a quello del cosiddetto “internet generalista”.
In altre parole, mentre la fornitura delle risorse di connettività agli “utenti di base” dovrebbe restare affidata al principio del cosiddetto “best effort”, le telco dovrebbero poter garantire di più ai propri utenti per utilizzi “speciali” quali, ad esempio, la telemedicina e numerosi altri servizi anche di minor interesse pubblico.
Quale contropartita di tale apertura verso gli operatori di telecomunicazioni il Consiglio di Stato francese, suggerisce che la legge attribuisca alle Autorità di regolamentazione il potere di intervenire per evitare che gli impegni assunti dalle telco verso gli utenti dei “servizi speciali” ledano gli interessi degli utenti dell’Internet generalista.
Ma, secondo il Consiglio di Stato, gli operatori non sono più i soli attori a giocare un ruolo da protagonisti nell’accesso alla Rete e, in particolare, nell’utilizzo della Rete da parte degli utenti.
I gestori delle piattaforme e dei servizi di indicizzazione e ricerca hanno, infatti, ormai assunto un ruolo altrettanto importante.
Non si può però – secondo i giudici di Parigi – pretendere che Google, Facebook e gli altri grandi fornitori di servizi online ispirino la propria attività ad un principio di neutralità giacché l’organizzazione gerarchica dei contenuti è l’essenza stessa dei loro servizi. Il principio di “neutralità”, in relazione a tali soggetti, pertanto, secondo Parigi, andrebbe declinato in termini di “obbligo di fedeltà” verso gli utenti ovvero obbligo a che nessun contenuto pubblicato o indicizzato venga rimosso o disindicizzato senza contraddittorio con l’autore del contenuto medesimo e, in ogni caso, secondo condizioni trasparenti e concertate con le parti interessate.