VIA AL PROGETTO

Network paneuropeo, piano delle telco entro giugno

Secondo quanto risulta al Corriere delle Comunicazioni, il progetto per la realizzazione della newco sarà presentato alla Commissione europea prima dell’estate. In campo Telecom Italia, Deutsche Telekom, France Telecom, Telefonica, Belgacom e Kpn

Pubblicato il 11 Gen 2013

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Sarà sottoposto al vaglio della Commissione europea entro il mese di giugno 2013 il progetto di rete paneuropea da parte di Telecom Italia, Deutsche Telekom, France Telecom, Telefonica, Belgacom e Kpn. È quanto risulta al Corriere delle Comunicazioni, secondo cui il progetto è in fieri.

Il meeting del 28 novembre scorso, che ha visto presenti i vertici dei principali incumbent continentali, l’associazione di riferimento – l’Etno – e il commissario Ue alla Concorrenza Joaquin Almunia per discutere di concorrenza e consolidamento del settore in generale, avrebbe rappresentato la prima occasione per lanciare l’idea del network unico paneuropeo. Un’idea a cui hanno cominciato a lavorare concretamente le telco in questione al punto da darsi come deadline il mese di giugno 2013 per la presentazione ufficiale del progetto alla Commissione Ue.

Il piano non coinvolgerà in alcun modo la Commissione Ue in qualità di attore partecipante, come ha puntualizzato al Corriere delle Comunicazioni il portavoce di Almunia, Antoine Colombani, smentendo la notizia diffusa dalle colonne del Financial Times: “Qualsiasi piano per la realizzazione di un network unico pan-europeo per la condivisione di infrastrutture di rete tra operatori di Tlc, se confermato, sarebbe un’iniziativa esclusiva degli operatori e non della Commissione”. Nel corso della riunione di novembre – ha aggiunto – “si è discusso di concorrenza e consolidamento del settore in generale e di come la Commissione esamina le fusioni nel settore, nel quadro del regolamento Ue sulle concentrazioni”.

Secondo il FT le telco starebbero lavorando alla creazione di una “newco”, nella quale far confluire i rispettivi network infrastrutturali insieme al debito associato. Il nuovo veicolo societario sarebbe accessibile anche da parte dei concorrenti a fronte però di una “fee” a favore degli investitori.

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