LAVORO

Nsn Italia, 580 esuberi: Cappello: “Decisione necessaria per garantire futuro”

In occasione dell’incontro odierno con i sindacati, annunciato un maxi-piano di licenziamenti che interesserà metà della forza lavoro. Bellavita (Fiom): “Decisione inaccettabile, il ministro Passera convochi urgentemente un tavolo di confronto”. L’Ad al nostro giornale: “Diventeremo più solidi e competitivi”

Pubblicato il 04 Mag 2012

F.Me.

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580 lavoratoris su 1100. Sono quelli che Nsn Italia intende porre in esubero, come annunciato oggi durante l’incontro tra sindacati e azienda presso la sede Assolombarda.

“Quanto avviato globalmente, ed annunciato oggi in Italia, è il risultato di una trasformazione strutturale molto profonda dell’intera azienda. La nostra organizzazione dev’essere sempre più orientata al mercato ed al cliente – spiega al Corriere delle Comunicazioni l’ad Maria Elena Cappello – Abbiamo iniziato la nostra trasformazione dai nostri punti di forza, il mobile broadband, il customer experience management ed i servizi, che coincidono con lo sviluppo del mercato. Abbiamo modificato i nostri modelli di governance per raggiungere il massimo dell’efficienza. In un prossimo futuro questa trasformazione ci porterà ad essere un partner ancora più efficace focalizzato ed innovativo per i nostri clienti. Ciò che abbiamo avviato ci permetterà di essere un’azienda più solida e più competitiva, che altrimenti non potremmo essere.”

La società spiega inoltre al nostro giornale che "seguirà tutte le necessarie procedure di consultazione con le rappresentanze sindacali" e che "continuerà ad essere un’importante azienda impegnata come sempre ad affiancare gli operatori operanti sul mercato nazionale. Dobbiamo, tra nostri primari obiettivi, focalizzarci sulla nuova missione strategica e sui piani di riduzione dei costi che ci siamo posti globalmente".

La riduzione diventa dunque necessaria per allineare la struttura dei costi e per attuare le misure di produttività e di efficienza richieste. "Questa ristrutturazione è una parte urgentemente necessaria per costruire un’azienda più competitiva e stabile nel futuro – puntualizza ancora Nsn Italia – L’ampiezza dei piani di risparmio e di esubero erano già stati anticipati lo scorso 23 novembre e sono rivolti a migliorare la produttività e l’efficienza. Tra le altre misure sono comprese, ad esempio, l’eliminazione della struttura organizzativa a matrice, il consolidamento di molti siti, il rafforzamento delle attività di global delivery, un processo infra-aziendale di semplificazione, l’efficientamento dei servizi, il consolidamento di talune funzioni centrali e la sinergia economica che deriva dall’integrazione degli asset di Motorola wireless".

L’annuncio della società ha messo in allarme i sindacati. “La cifra degli esuberui – sottolinea Sergio Bellavita, segretario nazionale Fiom-Cgil responsabile del settore – deriva, tra l’altro, dal fallimento della esternalizzazione delle attività di ricerca alla Canadese Dragonwawe – puntualizza Bellavita – Un’operazione che sin dall’inizio avevamo considerato spregiudicata e tesa esclusivamente al progressivo disimpegno della multinazionale dall’Italia.”

“Con un tratto di penna, il colosso finnico-tedesco delle telecomunicazioni pretende di cancellare, nei fatti, la propria presenza in Italia. Ciò è inaccettabile. Contrasteremo con ogni mezzo questa scelta sciagurata.”

“Sollecitiamo quindi il ministro dello Sviluppo economico, Passera, a convocare con estrema urgenza il tavolo di settore delle telecomunicazioni, tavolo che dovrà affrontare le situazioni di aziende quali Alcatel Lucent, Nsn, Italtel, Jabil, Sirti e altre – conclude il sindacalista – Il Governo non può assistere impassibile allo stillicidio quotidiano di notizie relative alla perdita di posti di lavoro, competenze e professionalità, tecnologie. Per la convocazione di questo tavolo non si può attendere un minuto di più perchè, altrimenti, il rischio è che si cominci a occuparsi del settore dopo la sua scomparsa dal nostro Paese.”

Nsn aveva già annunciato 17.000 esuberi a livello mondiale lo scorso novembre. La multinazionale è presente nel nostro Paese con un impianto a Cassina dè Pecchi (Milano).

"Dopo gli esuberi annunciati da Jabil e Alcatel- analizza Vittorio Sarti, della segreteria della Uilm di Milano e della Lombardia – si tratta dell’ennesima sciagura che si abbatte sul territorio". Un disastro annunciato, dato che «nel nostro paese gli investimenti nel settore sono fermi ormai da tempo".

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