Negli ultimi anni il settore delle telecomunicazioni ha iniziato a ridefinire la propria identità industriale. Da fornitori di infrastrutture chiuse, gli operatori si stanno trasformando in piattaforme aperte e programmabili. Il cambiamento non riguarda soltanto la tecnologia, ma il modello di cooperazione su cui si fonda l’ecosistema. La standardizzazione API è oggi il cardine di questa evoluzione, come dimostra il lavoro condotto in Brasile da GSMA, TIM, Claro e Vivo nell’ambito dell’iniziativa Open Gateway.
Il progetto, raccontato durante il confronto internazionale “Dial M for Monetise”, promosso da GSMA con la partecipazione dei principali operatori brasiliani e di Infobip, ha messo in luce come l’allineamento su un linguaggio tecnico comune stia diventando una condizione necessaria per far crescere l’economia digitale.
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Dall’infrastruttura chiusa all’API economy
Per anni gli operatori mobili hanno differenziato le proprie offerte attraverso sistemi proprietari e interfacce tecniche difficilmente interoperabili. Questo modello, efficace nell’era della connettività di base, mostra oggi i suoi limiti in un mercato dove imprese, istituzioni e sviluppatori richiedono accesso diretto alle funzionalità di rete.
Come ha ricordato Raman Mistry, Open Gateway Channel Partner Lead di GSMA, l’obiettivo è «abilitare la monetizzazione delle reti attraverso un ecosistema di partner e fornitori che possano costruire servizi su standard comuni». L’idea non è soltanto aprire le reti, ma farlo in modo coordinato e sicuro, per trasformare il network in un’infrastruttura programmabile capace di sostenere nuovi modelli di business.
Co-opetition: il caso brasiliano come laboratorio di interoperabilità
Il Brasile è diventato il primo grande mercato a sperimentare concretamente la standardizzazione API tra operatori concorrenti. TIM, Claro e Vivo, che insieme coprono quasi la totalità della popolazione mobile del Paese, hanno scelto di collaborare sul piano tecnico per offrire API di rete interoperabili, mantenendo la competizione sui servizi e sui modelli commerciali.
Secondo Leonardo Siqueira, responsabile Data Monetization e Mobile Ads di TIM Brasil, «la collaborazione tra operatori è stata la chiave per accelerare l’adozione delle API Open Gateway». L’iniziativa ha permesso di unificare gli standard di accesso, ridurre i tempi di sviluppo e facilitare l’integrazione con partner industriali e sviluppatori.
Anche Ageu Dantas, Head of Data Analytics and Messaging di Claro, ha sottolineato che il passaggio decisivo è arrivato «quando si è passati dai proof of concept alla produzione, con API monetizzabili direttamente integrate nei processi dei clienti». Questo salto di scala, spiega Dantas, ha reso l’Open Gateway «non più un concetto ma un business scalabile», con contratti multi-operatore già attivi nel settore bancario.
La forza della standardizzazione API
L’adozione degli standard CAMARA sviluppati da GSMA è stata determinante per armonizzare un panorama frammentato. Prima di questa convergenza, come ha ricordato Viktorija Radman, Telecom Business Global Director di Infobip, «ogni operatore offriva la propria versione della stessa API, rendendo impossibile portare sul mercato un prodotto unico e scalabile».
La standardizzazione API ha risolto questo nodo introducendo un linguaggio comune per autenticazione, sicurezza e gestione dei dati. Un’API certificata CAMARA può essere implementata in più Paesi con lo stesso schema tecnico, consentendo alle imprese di costruire applicazioni interoperabili senza dover negoziare integrazioni differenti con ogni singolo operatore.
Il vantaggio è duplice: per gli sviluppatori, una riduzione della complessità; per gli operatori, la possibilità di ampliare la base di utilizzo delle proprie reti senza perdere controllo sugli standard di sicurezza e qualità.
Governance condivisa e fiducia industriale
Aprire le reti significa anche condividere la responsabilità sui dati e sulla qualità del servizio. È qui che la standardizzazione API assume un valore di governance.
Come ha spiegato Dantas, «le imprese non vogliono tre integrazioni diverse: vogliono una singola API standard, osservabile e con SLA chiari». L’unificazione degli standard ha quindi una valenza economica e normativa: riduce la barriera d’ingresso per le aziende e garantisce coerenza rispetto alle leggi sulla privacy, come la LGPD brasiliana, ispirata al GDPR europeo.
Leonardo Siqueira ha aggiunto che l’allineamento tecnico facilita anche il dialogo con le autorità regolatorie, poiché «i processi di privacy e sicurezza si fondano sugli stessi principi per tutti gli operatori». Questo approccio, centrato sulla fiducia reciproca, permette di trattare dati reali degli utenti all’interno di framework di sicurezza verificabili e comuni.
L’evoluzione del ruolo delle Telco
La cooperazione sugli standard non riduce la concorrenza, ma ne cambia la natura. Gli operatori che partecipano al programma Open Gateway non competono più sull’infrastruttura di rete, ma sull’intelligenza applicativa e sulla capacità di costruire valore insieme ai partner.
Leonardo Silva, Head of B2B Messages e Open Gateway in Vivo, ha spiegato che «il successo dell’iniziativa dipende dal dialogo costante con i clienti enterprise e dalla scelta delle API più rilevanti per i loro bisogni reali». È questo confronto diretto, e non la differenza di rete, a determinare il vantaggio competitivo.
Il risultato è un nuovo posizionamento per le Telco: da fornitori di connettività a abilitatori di ecosistemi digitali, capaci di integrare i propri asset con i processi di settori esterni come finanza, logistica o pubblica amministrazione.
Una blueprint per i mercati globali
Il modello sviluppato in Brasile ha attirato l’attenzione di GSMA come riferimento per altre aree del mondo. Secondo Mistry, il Paese è stato «pioniere nel dimostrare che la collaborazione tra MNO può trasformarsi in un vantaggio competitivo collettivo». Il principio è semplice: nessuna innovazione può scalare se resta confinata a un singolo operatore o a un singolo Paese.
GSMA ha annunciato di aver già raccolto trenta casi d’uso reali basati su API standard CAMARA, attivi in diversi mercati. Tra questi, oltre alle API di autenticazione, emergono casi dedicati alla qualità della comunicazione (Quality on Demand) e alla geolocalizzazione dei dispositivi. Sono funzionalità di rete che, una volta standardizzate, possono essere impiegate in applicazioni molto diverse: sicurezza digitale, assistenza clienti, mobilità urbana, gestione di infrastrutture critiche.
Dalla cooperazione locale all’interoperabilità globale
L’obiettivo dichiarato è costruire una “federazione di API” che consenta alle imprese di integrare funzionalità di rete con la stessa facilità con cui oggi si integrano servizi cloud.
Il percorso richiede la convergenza su regole comuni per qualità, sicurezza e trasparenza. Ma, come dimostra l’esperienza brasiliana, la standardizzazione API non è soltanto una questione tecnica: è una scelta di governance industriale.
Per le Telco, significa accettare che la crescita non dipenderà più dall’esclusività dell’infrastruttura, ma dalla capacità di condividere valore attraverso piattaforme aperte. Come ha sintetizzato Viktorija Radman, «la collaborazione tra operatori, partner tecnologici e sviluppatori è l’unico modo per costruire un mercato globale basato sulla fiducia».
Una nuova grammatica per la collaborazione
Il percorso dell’Open Gateway in Brasile rappresenta un punto di svolta per il settore: dimostra che la standardizzazione API può diventare la nuova grammatica della cooperazione industriale.
Non si tratta di un traguardo, ma di un metodo. Un approccio in cui apertura, interoperabilità e responsabilità condivisa diventano elementi strutturali di un mercato che non cresce per somma di attori, ma per integrazione di regole comuni.




































































